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Per trent’anni la guerra è stata innominabile. Per quanto si facesse largo abuso della parola in contesti impropri (guerra alla droga, al crimine, al terrore), alle guerre in senso stretto erano imposti appellativi molto più suadenti: dalla «operazione di polizia» lanciata dalla coalizione a guida americana contro l’Iraq nel 1991 fino alla «operazione militare speciale» con cui la Russia di Putin ha invaso l’Ucraina nel 2022. Due espressioni quasi identiche, tra le quali intercorre però una distanza siderale. Coniata all’indomani dell’implosione dell’Unione Sovietica, la prima formula annunciava la promessa del «nuovo ordine globale» ispirato al neoliberalismo, che puntava sull’integrazione dei mercati, l’espansione della democrazia e la difesa dei diritti umani. La seconda, al contrario, battezza un’iniziativa diametralmente opposta che, insieme all’esplosione del conflitto tra Hamas e Israele, di quella promessa sembra oggi sancire il tramonto.

La guerra è sempre solo una sconfitta. Davanti al Presepe, per il Natale, chiediamo la pace». Così il Papa due giorni fa. Possiamo ricordare qualche dato, e riflettere se possa fare qualcosa per la pace il nostro paese. Il numero di conflitti armati è il più alto dalla guerra mondiale. Ecco i maggiori, con il totale stimato di morti dall’inizio delle ostilità: Myanmar 200mila morti, Palestina-Israele 50mila morti, insurrezioni nel Maghreb 50mila morti, conflitti armati interni in Messico 350mila morti, Russia-Ucraina 200mila morti, Etiopia 500mila morti, Sudan 12mila morti, Colombia 450mila morti, Afghanistan 2 milioni di morti, Somalia 500mila morti, Repubblica Democratica del Congo 900mila morti, Nigeria 95mila morti, Iraq 1 milione di morti, South-Sudan 400mila morti, Boko Haram 360mila morti, Siria 500mila morti, Yemen 370mila morti. Trascuro molti conflitti «minori», anche se chi muore in un conflitto «minore» non muore di meno.

I coordinamenti NO ASSE e LA LECCIONA NON SI TOCCA chiedono che il sindaco Giorgio del Ghingaro spieghi alla cittadinanza, in un consiglio comunale aperto, il suo voto a favore della base militare nel parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli

Un anno e mezzo fa (9 aprile 2022) il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro dalla sua pagina di Facebook proclamava il suo sdegno alla decisone di dare avvio alla costruzione della base militare di Coltano, “e per di più”, scriveva, “con i fondi del PNRR”.

Crescita dei giovani cittadini, del cluster marittimo, della cultura del mare, dello sport, della sicurezza marittima, della tutela dell’ambiente, della biodiversità e della salvaguardia del patrimonio marino. Sono gli obiettivi di «carattere educativo e formativo» del protocollo d’intesa firmato il 7 agosto dal Ministero dell’Istruzione e del merito e dallo Stato Maggiore della Marina Militare.