• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Consideriamo molto importante il pronunciamento unitario di Anpi, di Cgil, di CISL e UIL, in  questa particolare fase storica, in cui si stanno materializzando e avvicinando ogni giorno di più gli effetti orrendi della terza guerra mondiale, che viene camuffata con nomi diversi da parte di coloro (e sono davvero tanti) che la stanno facendo e da parte delle catene dell'informazione mediatica, che contribuiscono a camuffarla, spacciandola per altra cosa. E' perfino offensivo per l'intelligenza umana leggere su certi quotidiani embedded espressioni come “guerra di religione”, “guerra di civiltà”, “guerra contro il tale (o il talaltro) dittatore” di turno, quando i fatti hanno clamorosamente svelato chi sono coloro che hanno creato, finanziato e armato il terrorismo Jihadista (prima) e le milizie del cosiddetto Stato islamico (poi).

Abbiamo letto dai quotidiani che, dopo oltre dodici anni, Tony Blair, ex primo ministro inglese, chiede scusa per l’invasione dell’Iraq nel marzo 2003, da lui stesso fortissimamente voluta e programmata fin dal 2002 insieme al suo compare Gorge W. Bush, ex presidente americano. Tony Blair riconosce l’ “errore”, dicendo di aver prestato fede ai rapporti “sbagliati” dei “suoi” servizi segreti e chiede scusa ammettendo perfino che quella guerra di invasione può essere la causa originale della nascita e della crescita dello “Stato Islamico (IS) ”.

L'Italia entrerà in guerra contro il Califfato musulmano utilizzando i suoi quattro aerei Tornado di stanza ad Abu Dhabi per bombardare le posizioni dell'Is in Iraq? O si tratta soltanto d'un cambiamento delle regole di ingaggio dei nostri avieri? Quale che sia il modo di gestire la questione, il nostro premier vuole che sia il Parlamento a decidere, quindi lui la vede come un atto di guerra vero e proprio perché questo gli torna utile.

La formula di papa Francesco sulla Terza guerra mondiale "a pezzettini" si dimostra ogni giorno più tragicamente esatta.

L'ultimo pugno nello stomaco ci viene da Ankara, in Turchia, con la strage di giovani che ieri manifestavano per la pace.

Molti di loro avevano l'età dei nostri figli.

Il coordinamento della Rete della Pace, riunitosi a Roma, il 20 maggio 2015, denuncia la decisione dei Ministri degli Esteri e della Difesa dell'Unione Europea di avviare un'operazione militare a guida italiana sulle coste libiche e in acque internazionali.