• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il filosofo Michael Walzer scrive "Per carità fate la guerra" in difesa dei deboli, degli oppressi, di chi non sopporta le dittature feroci. Ma chi stabilisce che Gandhi ha sbagliato e bisogna combattere e seminare "effetti collaterali" (morti innocenti)? Le regole internazionali non valgono più, possono decidere solo le potenze con gli arsenali ben forniti. E in Jugoslavia e in Iraq noi G8 ci siamo messi a sparare senza l'autorizzazione di nessuno

Aderendo con entusiasmo alla giornata di preghiera e di digiuno promossa da papa Francesco per la pace in Siria e in Medio Orente, mi pongo la sua domanda: che cosa possiamo fare per la pace?
Nell'immediato, penso sia necessario accompagnare la rete orante che si sta diffondendo nel mondo con l'invito a sostenere quanti in Siria operano per la pace nonviolenta. Devono diventare protagonisti di ogni negoziato. Il governo italiano può renderli visibili e protagonisti di un processo negoziale ancora possibile. L'Onu può aprire con loro un dialogo coinvolgente.

«Vediamo la gente intorno a noi e pensiamo: “Domani hanno deciso di bombardarci”».

Oggi non abbiamo parole, se non quelle dei salmi che la preghiera liturgica ci mette sulle labbra in questi giorni: «Minaccia la belva dei canneti, il branco dei tori con i vitelli dei popoli… o Dio disperdi i popoli che amano la guerra…».

La guerra contro l'Iraq, l'attacco ai suoi abitanti, l'occcupazione delle sue città avrà fine, prima o poi. Il processo è già cominciato. Si vedono i primi segni di ammutinamento nel Congresso americano. Iniziano ad apparire sulla stampa i primi editoriali che chiedono il ritiro dall'Iraq. Il movimento contro la guerra continua a crescere, lentamente ma con costanza, in tutto il paese.

I sondaggi mostrano che oggi il paese è decisamente contrario alla guerra, e all'amministrazione Bush. La realtà è ormai sotto gli occhi di tutti e le truppe dovranno tornare a casa.

Signor Presidente del Senato della Repubblica,
nei giorni scorsi abbiamo scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Presidente della Repubblica per chiedere la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana, e conseguentemente un concreto, autentico impegno del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Una soluzione negoziale alla tragedia siriana a partire dal  cessate il fuoco è necessaria affinché abbia fine il bagno di sangue e il popolo siriano si possa esprimere sul proprio futuro in pace e senza ingerenze.
Ma i piani di pace sono stati boicottati dalla partecipazione militare indiretta al conflitto da parte di potenze esterne, sotto forma di appoggio in armi, denaro, consiglieri militari, combattenti alle opposizioni armate nella loro lotta per il potere.

© 2024 Accademia Apuana della Pace.