Aiutare i siriani nonviolenti
- Sergio Paronetto
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Aderendo con entusiasmo alla giornata di preghiera e di digiuno promossa da papa Francesco per la pace in Siria e in Medio Orente, mi pongo la sua domanda: che cosa possiamo fare per la pace?
Nell'immediato, penso sia necessario accompagnare la rete orante che si sta diffondendo nel mondo con l'invito a sostenere quanti in Siria operano per la pace nonviolenta. Devono diventare protagonisti di ogni negoziato. Il governo italiano può renderli visibili e protagonisti di un processo negoziale ancora possibile. L'Onu può aprire con loro un dialogo coinvolgente.
Lettera delle quattro suore trappiste in Siria: «Il sangue riempie le nostre strade, i nostri occhi, il nostro cuore»
- Suore Trappiste in Siria
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«Vediamo la gente intorno a noi e pensiamo: “Domani hanno deciso di bombardarci”».
Oggi non abbiamo parole, se non quelle dei salmi che la preghiera liturgica ci mette sulle labbra in questi giorni: «Minaccia la belva dei canneti, il branco dei tori con i vitelli dei popoli… o Dio disperdi i popoli che amano la guerra…».
Dopo questa guerra
- Howard Zinn
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La guerra contro l'Iraq, l'attacco ai suoi abitanti, l'occcupazione delle sue città avrà fine, prima o poi. Il processo è già cominciato. Si vedono i primi segni di ammutinamento nel Congresso americano. Iniziano ad apparire sulla stampa i primi editoriali che chiedono il ritiro dall'Iraq. Il movimento contro la guerra continua a crescere, lentamente ma con costanza, in tutto il paese.
I sondaggi mostrano che oggi il paese è decisamente contrario alla guerra, e all'amministrazione Bush. La realtà è ormai sotto gli occhi di tutti e le truppe dovranno tornare a casa.
La Francia doveva fare guerra al Mali ?
- Jean-Marie Muller
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Lo sapevamo da molti mesi che dei gruppi armati imponevano un vero terrore sulle popolazioni civili del Nord-Mali. Dicendosi adepti dell'islamismo estremista, queste milizie volevano imporre la sharia, stabilendo molti divieti, senza esitare neppure a ricorrere ad amputazioni e lapidazioni per punire chi non si sottometteva.
Non un giorno di più: appello per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afghana
- Centro di ricerca per la pace di Viterbo
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Signor Presidente del Senato della Repubblica,
nei giorni scorsi abbiamo scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Presidente della Repubblica per chiedere la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana, e conseguentemente un concreto, autentico impegno del nostro paese per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, per il rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
La Commissione COL sulla Siria
- Marinella Correggia
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Una soluzione negoziale alla tragedia siriana a partire dal cessate il fuoco è necessaria affinché abbia fine il bagno di sangue e il popolo siriano si possa esprimere sul proprio futuro in pace e senza ingerenze.
Ma i piani di pace sono stati boicottati dalla partecipazione militare indiretta al conflitto da parte di potenze esterne, sotto forma di appoggio in armi, denaro, consiglieri militari, combattenti alle opposizioni armate nella loro lotta per il potere.
La guerra decolla da Camp Darby
- Manlio Dinucci
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"Ci passano sulla testa le bombe di Camp Darby per la guerra in Libia": così denuncia il Coordinamento No Hub, che tiene un presidio oggi a Pisa in Corso Italia (bar La Borsa) alle 17. Tale fatto viene sostanzialmente confermato dal colonnello Dave Lapan, portavoce del Pentagono: "Da quando la Nato ha assunto la direzione della campagna aerea, abbiamo forni-to appoggio materiale, comprese munizioni, agli alleati e ai partner impegnati nelle operazioni in Libia".
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