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Scusate, ci eravamo sbagliati

Ci eravamo sbagliati fortemente l'altro giorno. Non era il sangue di Alessandro quello che avete visto nelle foto, rimandava ad immagini di qualche decennio addietro, troppo anche per gli stomaci forti.

Ci eravamo davvero sbagliati, il poliziotto che ci ha detto sorridendo, "tranquilli, tra poco vi farò andare io a dieci metri di distanza", non ci stava minacciando. E lui non era un poliziotto. Era un mago, uno di quegli indovini che predicono il futuro. Ci stava ammonendo, non minacciando.

Ci eravamo sbagliati, davvero. Pensate a quanto sia stato stupido Alessandro che da buon cristiano ha deciso di porgere l'altra guancia al manganello. Come si è permesso di scagliarsi così violentemente contro quell'arma che certamente non avrebbe potuto ferire nessuno.

Scusateci, ci siamo sbagliati, abbiamo alzato le mani, ma mica è colpa loro se nel gergo italiano alzare le mani è una locuzione con doppio significato, loro hanno preso tutto alla lettere, abbiamo alzato le mani al cielo, credevano volessimo fare del male a Dio. Per questo ci hanno manganellato.

No, davvero scusateci, perché non siamo di Siena, da sempre la città è nota per gli studenti fuori sede che si spostano da diverse parti d'Italia per andare a studiare nelle scuole superiori senesi, la mobilità interessa non solo gli universitari a quanto pare. Ma del resto, arriva un momento in cui l'immigrato e il Rom non bastano più. Poi ci sono i terroni, infine i comunisti, le zecche.

Ci eravamo veramente sbagliati su tutto. Pensavamo, pensate che stupidi, che ci fossero nel nostro paese solo 180 mila Rom, di cui il 50% cittadini italiani e oltre il 60% che vivevano in normalissime case. Ma è evidente che non è così, ci sono almeno 30 milioni di Rom, circa 20 milioni di immigrati e i restanti 10 sono gli italiani, di cui otto del meridione, qualche altro milioncino di persone sotto il Po e giusto un paio di Padani, la razza pura.

Scusate, ci eravamo sbagliati, il sangue di Alessandro sulle vostre strade (come se le strade possano essere poi di qualcuno) non era sangue, era acqua trasformata in vino. Che ci volete fare, quando i miracoli accadono, non te ne puoi neanche rendere conto.

Scusateci, eravamo un centinaio, forse meno, per la maggiore studenti di scuole superiori, per lo più ragazze, molti mingherlini e qualcuno con il fisico a pezzi, a parte me e qualche altro non c'era nessuno che si reggesse in piedi, ma gli altri, quelli della Polizia, quelli dei reparti speciali, quelli con gli scudi, i manganelli e i caschi, quelli pensate un po' persino addestrati, assurdo, si sono fatti molto male, quattro feriti, ma gli è andata bene, perché i fogli A3 possono fare molto male, non so quanti di voi hanno mai visto il fantabosco, ci puoi rischiare a tagliare con le forbici che non sono a punta arrotondata e zac, in un attimo è fatta, con un foglio ti tagli e ti fai male. Poi vai in ospedale e ti danno dieci giorni di prognosi. Alessandro aveva solo la faccia tumefatta, che sarà mai, è giovane. Poi nessuno gliel'ha detto che doveva avvicinarsi così tanto a guardare quei manganelli.

Scusate ci eravamo sbagliati, quelli in piazza erano controfigure. Pensavo di averli visti sfilare con i bancari, contro il dissesto MPS, pensavo di averli visti interrompere gli anni accademici, contro il dissesto dell'Università, pensavo di averli persino visti con i dipendenti del Comune e della Provincia quando erano in mobilitazione. Assurdo, pensavo di averli visti contestare un sistema di potere marcio, ma non è così, che dico quelli sono tutti figli di papà che non amano Siena. Pensate quanti senesi ci sono stati in tutti quei momenti. Una enormità. Certo poi diciamocelo chiaramente. Poniamo anche che abbiano davvero manifestato a favore dei più deboli, dei senesi in difficoltà, degli sfruttati e sottopagati, ma chi glielo ha chiesto. No ma davvero, chi? Ma perché non vanno a contestare i propri sindaci, o a dare solidarietà ai lavoratori del proprio paese, che vengono qua e chiedono diritti per tutti. Ma come vi permettete di fare le lotte degli altri! Vergogna. Ognuno si faccia le lotte a casa sua.

Scusatemi, mi sono sbagliato pure io, pensavo di essere stato trattato come un oggetto, manganellato, malmenato e portato al muro, davanti un orda di fascio-leghisti a schernirmi ed insultarmi, pensate un po', mi era persino sembrato di sentire qualche poliziotto urlare ai propri colleghi "che fai?", oppure giornalisti gridare, "non hanno fatto niente". E poi quelle frasi che mi sono inventato "ammazzateli", "picchiateli", "linciateli". Non era vero nulla. Ero in un film, un film sulla vita di Nostro Signore, ed io vista la fisionomia, interpretavo Gesù. Quello era il Monte Golgota. Ultima stazione, carogna!

No, davvero, scusaci caro Salvini, perché un Rom guidando ha ucciso due ragazze, il problema è il Rom, non il reato. Mica gli italiani ubriachi al volante investono qualcuno. Certo, qualche tempo prima era successo lo stesso con al volante un italiano, ma sicuramente era un rom che si fingeva italiano per disorientarci. Scusaci, dunque, perché ti contestiamo, tu che vai nelle piazze ad urlare e a mentire, non curante dell'odio che semini, che cerchi nell'effetto la causa e lasci che chi ha prodotto lo scempio di questo Paese continui ad agire indisturbato. E come potresti del resto, tu con quelli che il Paese lo hanno messo in ginocchio ci hai mangiato per anni. Con quelli che in questa crisi si sono arricchiti mentre gli altri si impoverivano e mentre ci rubavano davvero tutto, il futuro, il lavoro, i diritti, la dignità, tu ci indicavi gli altri, quelli come noi, quelli forse messi peggio di noi, perché non è un Rom o un Immigrato a farci orrore, è la povertà che ci provoca questo sentimento.

Così, quando ci siamo girati, era già troppo tardi qualcuno si era preso tutto sul tavolo, erano rimaste solo le briciole e come animali ci hai rassicurato, "sbrigatevi, fate prima voi, altrimenti gli altri vi rubano tutti gli avanzi, gli scarti".

Scusaci, Matteo. Perché pensavamo realmente che qualcuno si fosse preso davvero i primi piatti, persino i secondi e la frutta. Invece su quel tavolo imbandito, non ci sono mai state ricchezze, ce le siamo inventati. C'erano sempre e solo le briciole e tu ci hai difeso dai nostri veri nemici, gli altri, quelli diversi da noi e tutto sommato proprio uguali a noi. Con la nostra stessa fame, con la nostra stessa paura, con lo stesso nostro tragico destino ma con la pelle diversa. Siamo stati attori perfetti nel tuo copione recitato con professionalità, le bestie che si aggrediscono per gli avanzi dei banchetti importanti. Noi eravamo i penultimi, ma almeno non eravamo gli ultimi. Nessuno ha mai pensato ad avanzare di posizioni, l'importante era non perderne.

Chiediamo scusa, perché ci siamo sbagliati. Pensavamo che in Italia gli stranieri fossero appena l'8%, che con il loro lavoro partecipassero all'11% del nostro pil e ricevessero in cambio in servizi appena il 3%, pensate credevamo persino che la maggior parte degli stranieri fossero cristiani oppure atei (come i rumeni e i cinesi la popolazione straniera più attiva) e che quindi non fosse vero che gli "islamici ci stessero invadendo". Ma siamo noi che ci sbagliamo e ci fidiamo dei numeri. La verità è ben diversa e quindi chiediamo umilmente scusa.

Ed ecco allora come potrebbe suonare a noi oggi. Prima vennero a prendere gli immigrati, scappavano dalla fame e dalle nostre guerre eppure non c'era spazio per tutti, ed io non feci nulla. Poi toccarono ai Rom, vennero a prenderli con le ruspe, ma mendicavano e mi davano fastidio, ed io non feci nulla. Poi smisero di restarsene in piedi e vennero a prendere anche gli omosessuali e i trans, non mi davano fastidio, ma non tolleravo certi atteggiamenti e non dissi nulla. Poi fu la volta dei terroni, pagavano l'affitto, ma erano sotto civiltà, erano simpatici, ma meglio loro che me. Alla fine presero i lavoratori a tempo indeterminato, avevano troppi diritti. Io non avevo le ferie, quindi non dissi nulla. Poi vennero a prendere quelli a tempo determinato, ma anche lì lavoravo in nero e quindi non mi interessò. Poi vennero a prendere i comunisti, i loro sogni di un mondo senza classi, senza proprietà privata, bellissimo come un paradiso degli uomini, ma il mondo è un inferno e per loro non c'era spazio, non dissi nulla. Alla fine vennero a prendere me, perché non ero abbastanza schiavo. Ma era troppo tardi, perché non c'era più nessuno a combattere al mio fianco.

Mi scuso anche con Alessandro, perché ieri ha dovuto capire che il mondo è veramente una merda, che non c'è giustizia da queste parti, che se lotti per chiedere civiltà, se invochi parole come fratellanza o solidarietà e non accetti l'odio, prendi per forza le botte. E dire che già lo sapevi, perché studi e lavori, a 19 anni, con la paura fottuta di quello che hai davanti, e nonostante questo non hai mai pensato neanche per un attimo che il problema fosse l'amico accanto a te dalla pelle di colore diversa dalla tua, non hai mai pensato che alla prevaricazione messa in atto contro di te, dovesse corrispondere un'altrettanta e più feroce tua prevaricazione verso gli altri, gli ultimi. Ti sei sbagliato amico mio, devi fare come loro, odiare, odiare a più non posso. Odiare come unica ragione di vita, odiare perché non cambierà la tua condizione ma almeno ti sentirai meglio, in un mondo dove il vero nemico non si può battere, ma ti resta quanto meno l'odio.

L'unico colore che ieri ti ha lasciato tramortito a terra non era quello della palle di qualcuno, ma il colore di una divisa che pensavi dovesse proteggerti e invece ti sei sbagliato, loro avevano il compito di insegnarti proprio quell'odio che tu proprio non volevi capire.

E così come nel film La Haine, "L'odio", la frase finale è la più appropriata. Questa è la storia di una civiltà che precipita e precipitando si ripete, fino a qua tutto bene, fino a qua tutto bene. Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.

Scusateci tutti, ci eravamo sbagliati. Ma che volete farci. Abbiamo scelto la parte dei manganelli perché quella dei sudditi era già stata occupata dall'altra parte delle transenne.

Grazie a tutti per la vostra solidarietà, perché mi avete insegnato che sono loro quelli che si sono sbagliati.

Oggi come in passato e ancor più in futuro, non un passo indietro, neanche per la rincorsa!

 

Segnalato da: Nicola Cavazzuti