“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio, sortirne insieme è politica, sortirne da soli è avarizia”. E’ con questa citazione di Don Milani che si apre il volume “Volontariato e politica: verso una nuova alleanza”, curato da Rossana Caselli dell’Università del Terzo Settore e pubblicato da Cesvot nella collana “I Quaderni” (n. 70, pp. 215, Isbn 978-88-97834-16-8).
Nel libro sono pubblicate due importanti ricerche promosse da Cesvot: una, condotta dall’Università del Terzo Settore, è dedicata all’evoluzione storica del volontariato e del suo ruolo politico. L’altra, realizzata dall’Università di Siena, analizza il ruolo del volontariato nella formazione della classe dirigente e la propensione dei volontari all’impegno diretto in politica. Le due ricerche hanno preso in esame soprattutto il caso toscano ma i risultati che emergono offrono indicazioni utili per tutto il Paese.
Complessivamente sono stati svolte 106 interviste, sia a livello nazionale che regionale, ed esaminati 400 curricula di rappresentanti della classe politica toscana. In particolare sono stati intervistati 80 rappresentanti di associazioni di volontariato toscane che siedono nei direttivi delle 11 Delegazioni Cesvot.
Ecco cosa è emerso. Il 50,6% dichiara di aver avuto esperienze di politica attiva in uno o più partiti. Il settore socio-sanitario è quello che registra un più alto livello di impegno politico (31,4%). Riguardo agli elementi fondamentali del volontariato, ben il 31,1% degli intervistati indica la voglia di partecipazione e l’agire concretamente per realizzare cambiamenti sociali e politici. Rispetto, invece, ai rapporti tra politica e volontariato, secondo il 45,6% degli intervistati è giusto che il volontariato abbia un certo peso nella politica italiana ma per la stragrande maggioranza non è importante che rappresentanti del volontariato entrino in politica, anzi il 52% crede sia importante che le associazioni adottino misure per regolamentare la partecipazione dei propri soci nella politica attiva.
Il rapporto tra politica e volontariato è dunque importante ma per la gran parte degli intervistati ad oggi il volontariato riesce ad influenzare ben poco la politica locale e nazionale: secondo, infatti, 63,9% degli intervistati le associazioni sono poco o per nulla capaci di lobbying nei confronti della politica e la stragrande maggioranza crede che la propria associazione non riesca ad influenzare la politica. D’altra parte se la politica si fa poco influenzare dal volontariato è vero anche il contrario. Il 95,9% degli intervistati crede che la politica locale e nazionale non influenzi la vita della propria associazione. Dunque, secondo questo campione di rappresentanti del volontariato toscano, siamo di fronte ad un’indifferenza reciproca.
Il Quaderno contiene anche un’approfondita analisi dell’evoluzione storica del volontariato e del terzo settore italiano dal 1965 ad oggi, arricchita dalle interviste a 12 rappresentanti del volontariato nazionale. Tra questi Edoardo Patriarca parlamentare e presidente di Cnv, Emma Cavallaro presidente di Convol, Marco Granelli assessore del Comune di Milano ed ex presidente di Csvnet, Armando Zappolini presidente di Cnca. Ne emerge uno spaccato che offre molti spunti di riflessione, a partire da quelli che, secondo gli intervistati, sono i tre obiettivi che accomunano politica e volontariato: 1. Valorizzare la sussidiarietà e la partecipazione 2. Sviluppare cittadinanza e comunità 3. Privilegiare la funzione educativa e formativa del volontariato.
Il volume è scaricabile gratuitamente dal sito www.cesvot.it (>pubblicazioni>periodici>quaderni). E’ possibile richiederne una copia cartacea compilando il modulo online. Chi lo desidera può ricevere tutti i volumi pubblicati nella collana “I Quaderni” in abbonamento gratuito compilando il ‘modulo abbonamento’.