Il libro Questo agile opuscolo è una guida semplice e chiara, una base per iniziare a porsi delle domande su un più etico utilizzo del denaro.
Si spiega come può esistere un'economia che si opponga al neoliberismo selvaggio degli attuali rapporti di scambio contrapponendo al sistema dominante una finanza che non valuta solo l'aspetto economico delle operazioni, quindi le sole garanzie patrimoniali, ma valuta anche la responsabilità sociale ed ambientale "introducendo nell'istruttoria economica criteri di riferimento basati sulla promozione dello sviluppo umano esulla responsabilità sociale e ambientale" (p. 24). Marco Ambrosini presenta "L'euro solidale. Una carta d'intenti per la finanza etica" di Elisa Baldessone, Marco Ghiberti, Gianluca Viaggi [Ringraziamo Marco Ambrosini (per contatti:
Marco Ambrosini vive e lavora nel viterbese e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo] Elisa Baldessone, Marco Ghiberti, Gianluca Viaggi, L'euro solidale. Una carta d'intenti per la finanza etica, Emi, Bologna 2000.
Gli autori Elisa Baldessone è laureata in scienze politiche con una tesi sul credito informale e il suo impatto sullo sviluppo delle popolazioni rurali in Bolivia; nel 1997 ha lavorato come volontaria con l'ong Acra in Bolivia; è collaboratrice dell'Associazione finanza etica (Afe).
Marco Ghiberti, presidente dell'Associazione finanza etica è esperto di vari settori della finanza etica; ha collaborato alla stesura di Finanza etica e impresa sociale. I valori come fattori competitivi, Il Mulino, Bologna 2000.
Gianluca Viaggi, vicepresidente dell'Associazione finanza etica, opera da anni nell'ong Mani Tese del cui consiglio nazionale fa parte.
Il libro Questo agile opuscolo è una guida semplice e chiara, una base per iniziare a porsi delle domande su un più etico utilizzo del denaro.
Si spiega come può esistere un'economia che si opponga al neoliberismo selvaggio degli attuali rapporti di scambio contrapponendo al sistema dominante una finanza che non valuta solo l'aspetto economico delle operazioni, quindi le sole garanzie patrimoniali, ma valuta anche la responsabilità sociale ed ambientale "introducendo nell'istruttoria economica criteri di riferimento basati sulla promozione dello sviluppo umano e sulla responsabilità sociale e ambientale" (p. 24).
Nel testo si parla di garanzie personali, di categoria o di comunità che consentono l'accesso al credito alle fasce più deboli della popolazione attraverso la formula del microcredito: "il microcredito consiste nell'esborso di piccoli prestiti a gruppi di persone che non hanno nessuna garanzia se non la coesione sociale. I prestiti devono essere restituiti entro il termine stabilito (di solito pochi mesi) e a un tasso d'interesse in genere relativamente basso. Il prestito viene concesso al gruppo e i membri si dividono equamente la somma: se una persona non restituisce in tempo, scatta il meccanismo del controllo sociale, ossia gli altri membri del gruppo esercitano una forte pressione sull'individuo, affinché estingua il debito, poiché sanno che se anche uno solo di loro è moroso, tutto il gruppo non potrà ricevere il prestito successivo" (p. 65).
Speriamo che la finanza etica non rischi di diventare un modo per colmare delle lacune del mercato convenzionale indebitando le fasce sociali più deboli ed impoverite, che tali sono appunto per l'operare di un sistema economico fondato sullo sfruttamento e la violenza sugli esseri umani e sulla natura.
Un estratto Il libro reca anche un "Manifesto della finanza etica" che testualmente recita: "La finanza eticamente orientata:
1. Ritiene che il credito, in tutte le sue forme, sia un diritto umano. Non discrimina tra i destinatari degli impieghi sulla base del sesso, dell'etnia o della religione, e neanche sulla base del patrimonio, curando perciò i diritti dei poveri e degli emarginati. Finanzia quindi attività di promozione umana, sociale e ambientale, valutando i progetti col duplice criterio della vitalità economica e dell'utilità sociale. Le garanzie sui crediti sono un'altra forma con cui i partner si assumono la responsabilità dei progetti finanziati. La finanza etica valuta altrettanto valide, al pari delle garanzie di tipo patrimoniale, quelle forme di garanzia personali, di categoria o di comunità che consentono l'accesso al credito anche alle fasce più deboli della popolazione.
2. Considera l'efficienza una componente della responsabilità etica. Non è una forma di beneficienza: è un'attività economicamente vitale che intende essere socialmente utile. L'assunzione di responsabilità, sia nel mettere a disposizione il proprio risparmio sia nel farne un uso che consenta di conservarne il valore, è il fondamento di una partnership tra soggetti con pari dignità.
3. Non ritiene legittimo l'arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro. Il tasso di interesse, in questo contesto, è una misura di efficienza nell'utilizzo del risparmio, una misura dell'impegno a salvaguardare le risorse messe a disposizione dai risparmiatori e a farle fruttare in progetti vitali. Di conseguenza il tasso di interesse, il rendimento del risparmio, è diverso da zero ma deve essere mantenuto il più basso possibile, sulla base delle valutazioni sia economiche che sociali ed etiche.
4. È trasparente. L'intermediario finanziario etico ha il dovere di trattare con riservatezza le informazioni sui risparmiatori di cui entra in possesso nel corso della sua attività, tuttavia il rapporto trasparente con il cliente impone la nominatività dei risparmi. I depositanti hanno il diritto di conoscere i processi di funzionamento dell'istituzione finanziaria e le sue decisioni di impiego e di investimento. Sarà cura dell'intermediario eticamente orientato mettere a disposizione gli opportuni canali informativi per garantire la trasparenza sulla sua attività.
5. Prevede la partecipazione alle scelte importanti dell'impresa non solo da parte dei soci ma anche dei risparmiatori. Le forme possono comprendere sia meccanismi diretti di indicazione delle preferenze nella destinazione dei fondi, sia meccanismi democratici di partecipazione alle decisioni. La finanza etica in questo modo si fa promotrice di democrazia economica.
6. Ha come criteri di riferimento per gli impieghi la responsabilità sociale e ambientale. Individua i campi di impiego, ed eventualmente alcuni campi preferenziali, introducendo nell'istruttoria economica criteri di riferimento basati sulla promozione dello sviluppo umano e sulla responsabilità sociale e ambientale. Esclude per principio rapporti finanziari con quelle attività economiche che ostacolano lo sviluppo umano e contribuiscono a violare i diritti fondamentali della persona, come la produzione e il commercio di armi, le produzioni gravemente lesive della salute e dell'ambiente, le attività che si fondano sullo sfruttamento dei minori o sulla repressione delle libertà civili.
7. Richiede un'adesione globale e coerente da parte del gestore che ne orienta tutta l'attività. Qualora invece l'attività di finanza etica fosse soltanto parziale, è necessario spiegare, in modo trasparente, le ragioni della limitazione adottata. In ogni caso l'intermediario si dichiara disposto ad essere 'monitoratò da istituzioni di garanzia dei risparmiatori".
Per saperne di più Per utili approfondimenti si possono leggere i libri del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa), quelli di Muhammad Yunus sull'esperienza della Grameen Bank, i materiali prodotti in Italia dalle esperienze di finanza etica delle Mag e della Banca etica (www.bancaetica.com), e molti documenti e testi sia di ong che di autrici ed autori impegnati nei movimenti ecoequosolidali, altermondialisti, per la decrescita e i diritti umani di tutti gli esseri umani, da Vandana Shiva a Serge Latouche. Utili materiali sono ovviamente anche nel sito www.finanza-etica.it 6. INCONTRI. OGGI A VITERBO Domenica 2 maggio 2010, con inizio alle ore 15,30, presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo, si svolgerà il ventiduesimo incontro di studio del percorso di formazione e informazione nonviolenta iniziato da alcuni mesi.
Il centro sociale autogestito "Valle Faul" si trova in strada Castel d'Asso snc, a Viterbo.
L'iniziativa è ovviamente aperta alla partecipazione di tutte le persone interessate.
Fonte: Centro Ricerca per la Pace