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Ciao Annamaria,

Ciao Annamaria,
donna di pace


In questi giorni ci ha lasciati, a soli 45 anni, Annamaria Baruffetti, figura importante del movimento per la pace della nostra provincia. Annamaria aveva iniziato le prime esperienze in parrocchia come catechista e animatrice del gruppo dopo cresima, per poi far nascere, con altri amici, l'Associazione Volontari Ascolto e Accoglienza, che ancora oggi si occupa degli ultimi attraverso il Recupero Scolastico, il Centro di Ascolto e, soprattutto, la Casa di Accoglienza; servizio, quest'ultimo, che era diventato il suo impegno principale, portato avanti anche con l'aiuto della mamma e dei suoi ragazzi del dopo cresima, ormai giovani adulti.
Ma il suo impegno per la pace l'aveva spinta ad allargare il campo dei suoi interessi all'adozione a distanza e all'obiezione di coscienza, passando attraverso alla partecipazione attiva e puntuale alla Marcia per la pace di Assisi.
Tutto queste attività non le avevano, però, fatto trascurare il suo lavoro presso il settore della ragioneria della Prefettura, dove era stimata e benvoluta. Un male incurabile ha messo fine alla sua vita, ma non alla sua testimonianza.

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Quando si racconta la vita di una persona molto attiva, si finisce, in genere, con il compilare l'elenco dei tempi e dei luoghi del suo"fare": è un passaggio obbligatorio, ma che, inevitabilmente, non riesce a rendere ragione di tanto spendersi.
Per questo l'Accademia Apuana della Pace preferisce ricordare Annamaria anche e, soprattutto, attraverso la voce di chi l'ha conosciuta e ha desiderato e desidera mantenerne viva la memoria. I brani che seguono,pur nella loro diversità, ci rimandano concordemente alcuni tratti tipici di lei, che ritroviamo senza sorpresa nel ricordo degli amici e dei senza fissa dimora. Così la "capacità di relazione", rammentata dai volontari dell'AVAA, è rispecchiata nella nostalgia per una convivialità semplice e spontanea di Ezio, ospite della casa d'accoglienza, il quale, d'altra parte, ci conferma la grande libertà interiore di Annamaria, che tutti abbiamo intuito, con il suo: "Grazie per non aver avuto paura di noi".
Proprio quella paura dell'altro,che nasce dai nostri fantasmi interni e che è il vero cancro del mondo di oggi.
A conclusione, è bello regalare a Pietro, alla sua famiglia e a quanti le hanno voluto bene, una frase di Tiziano Terzani, che sembra la chiave di lettura della vita di Annamaria: "Quel che non è dato, è perduto."

Ida Tesconi, Portavoce dell'Accademia Apuana della Pace
Le testimonianze degli amici: Formato WORD (1780 Kb) - Formato PDF (453 Kb)