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Comunicato stampa AAdP: dopo gli attentati di Bruxelles

L'Accademia Apuana della Pace esprime la propria vicinanza a quanti vivono oggi un assurdo dolore e terrore.

Dinanzi alle stragi di Bruxelles le parole rischiano di perdere significato e di ripetersi in un vortice che ci può far smarrire.

Eppure siamo convinti che proprio questo contesto ci chiami ad un ulteriore sforzo, per cercare di dare un senso e un orizzonte ai sentimenti di paura, di impotenza, di rabbia e di dolore che proviamo.

Forse ci ripeteremo, ma siamo convinti che in questa “notte della ragione” sia assolutamente necessario, per non precipitare in un abisso senza ritorno, alimentare una tenue luce che indichi una strada diversa.

Abbiamo bisogno di conservare ragione e lucidità!

Questi morti di oggi, così come quelli causate dalle nostre bombe, quelli ormai non più nominati dell'Africa, quelli che continuano a perdere la vita fuggendo da guerre, fame, ingiustizia... ci chiedono conto del mondo che abbiamo costruito e di quello che immaginiamo nel futuro.

E' evidente – anche se ci ostiniamo a non volerlo ammettere – che la logica della guerra permanente e dello scontro di civiltà, da troppi anni alimentati e perseguiti con cieca tenacia, ci ha consegnato questo mondo sempre più insicuro e separato.

La guerra e la violenza seminano solo odio reciproco e separazione. La guerra, il bisogno di sopraffazione violenta e di distruzione, sono lo strumento dei poteri forti, non uno strumento in mano ai popoli.

Con quale risultato? Il dato è sotto i nostri occhi. Terrore, insicurezza, riduzione della democrazia, disuguaglianze, sfruttamento, ingiustizia si autoalimentano, in un folle ciclo perverso, generando mostri orribili: Daesh, Trump, le politiche della Nato, le politiche del WTO, l'industria militare...

Abbiamo tollerato e giustificato ogni strumento per attuare politiche devastanti ed ora - è brutale e triste dirlo - la stessa moneta ci viene restituita.

E' necessario interrompere questo vortice, in cui non esistono bombe buone o bombe cattive, non esistono bombe che portano la democrazia ed altre che portano dolore.

E' la stessa storia del nostro dopoguerra ad insegnarci che sta a noi scegliere se continuare a precipitare nell'abisso oppure provare a risalire lentamente la china, tutti insieme, cercando di disegnare un orizzonte diverso.

Riteniamo perciò che occorra, oggi più che mai, una inversione di rotta.

Abbiamo bisogno di pratiche diverse, che riconoscano le identità, che non traccino linee nette tra bene e male, tra buoni e cattivi... ma che individuino, di volta in volta, i diseredati e gli sfruttati e che indichino un orizzonte che vada al superamento delle situazioni di oppressione.

Dobbiamo orientare risorse, intelligenze e tecnologie verso la costruzione di un sistema di relazioni internazionali diverse e di una rete di polizia e intelligence capaci di smantellare le tante reti terroristiche che ci sono ma, al tempo stesso, di porre al centro “i beni comuni” e non gli interessi particolari, l'uomo e non il petrolio, la salvaguardia del pianeta e non i profitti dell'industria bellica.

 

Accademia Apuana della Pace

Massa, 23 marzo 2016