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Spesso (sempre più spesso col crescere dell’età) mi accade di raccogliermi in me stesso e guardarmi indietro, nella mia vita, per meglio capire gli sviluppi del pezzo di storia che ho dovuto attraversare. E così mi rivedo studente universitario a Firenze allievo di La Pira e di Calamandrei e attento ascoltatore delle conversazioni che gli studenti albanesi (dell’Albania fascistizzata) tenevano tra di loro, già tutti pronti a prendere le armi per la libertà del loro Paese – e ho poi saputo che sono tutti caduti nella lotta partigiana.

Memoria difensiva che l’avvocato Canestrini ha inviato il giorno 11 aprile 2005 alla Procura della Repubblica di Rovereto contro l’esposto di “Alleanza Nazionale” che lo aveva denunciato per “istigazione di militari a disobbedire alle Leggi”. Il 6 novembre 2004 Canestrini aveva inaugurato a Rovereto il “monumento al Disertore” che gli amici della nonviolenza roveretani avevano esposto in omaggio ai 470.000 giovani che non avevano obbedito alla chiamata alle armi per la Prima guerra mondiale.

Il testo è tratto dal n. 1 del 2020 di Azione Nonviolenta dedicato interamente alla figura dell'avvocato Sandro Canestrini, deceduto lo scorso anno, che stato presidente onorario del Movimento Nonviolento, la cui vita, dedicata alla difesa dei diritti, va dalla Resistenza alla Nonviolenza. Spirito libero, intellettualmente onesto, generoso nella difesa di chiunque subisse una limitazione di libertà.

La commozione è volata sul web molto prima ancora che uscisse la notizia. E già questo moto spontaneo, questa commozione che ha fatto irruzione in una domenica d’Ottobre, è testimonianza verace. E’ morto Eugenio Melandri, una vita impegnato nell’attivismo pacifista, nella solidarietà, nella Chiesa degli ultimi. Un impegno politico svolto con totale dedizione e passione dal Parlamento Europeo all’assessorato (dal 2008 al 2010) a Genzano. Dove fu fortemente voluto da Armando La Fortezza. Scomparso sei anni fa nello stesso giorno, a cui è accomunato nello slancio generoso, nell’impegno totale e totalizzante.

E’ ormai diverso tempo che spesso mi torna in mente la favola di Esopo della rana e dello scorpione. E quella frase “è la mia natura”. Come per dire sono nato per un solo gesto e altro non so neanche che esiste. La favola si svolge nel letto di un fiume. Come quello che attraversava San Cristoforo, a cui Alexander Langer scrisse una lettera che sembra la sintesi della sua umanità e del suo impegno.