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COP 26: un nuovo fallimento

Glasgow che tempo fa ? Cop 26, un nuovo fallimento.

L’ultima bozza di accordo tra i 200 paesi partecipanti alla cop 26 di glasgow prevede :

Una riduzione del Co2 del 45% risetto alla realtà del 2010, da raggiungere nel 2030 e la neutralità del carbone entro il 2050, mentre i Paesi dell’UE avevano già approvato una risoluzione della riduzione del Co2 del 55% entro il 2030;

Nell’accordo c’è un richiamo ad accelerare l’uscita dal carbone , ma molto generico senza alcuna indicazione sulle quantità e sui tempi dell’uscita ;

Il testo, accenna alla necessità della riforestazione ed a tagliare le quantità dal metano sempre senza indicare quantità e tempi;

Il testo evoca i problemi ed i danni subiti dai Paesi poveri e vulnerabili, ma si limita ad invitare i Paesi ricchi ad essere più generosi, aumentando 100 miliardi previsti 12 anni fa, per risarcirei danni causati dalla siccità del clima e dal tempo “estremo” con il rialzo dei livelli dei mari... ma in realtà non sono mai stati rispettati nemmeno i 100 miliardi ed i Paesi ricchi si oppongono ad ogni obbligo di carattere giuridico ;

Non c’è nessun accenno alla necessità di convertire le produzioni e ridurre gli armamenti in quanto sono pure essi fattori di grave inquinamento ambientale ;

Le proposte della Danimarca e del Costarica di andare a definire una prospettiva dove sia pur in modo graduale il petrolio ed il gas non verrà più usato e cessato, è stata respinta .

Ora i calcoli sui Piani Nazionali dei vari Paesi presentati dall’Istituto Nationally Determined Contributions, dicono che l’missioni di Co2 da qui al 2030 anziché diminuire del 45%, aumenteranno del 13% e quindi l’obiettivo dell’aumento del riscaldamento di 1,5 gradi non sarà rispettato ed anzi e si andrà verso un aumento del 2,4 gradi con effetti drammatici su tutto il clima del Pianeta

In sostanza nella bozza di accordo non esiste un vero Piano per risolvere la crisi climatica, non ci sono penalità per coloro che non applicano l’accordo, quindi non esistono impegni vincolanti ma solo su base volontaria, ed anche i controlli di verifica annui previsti, (non più ogni 5 anni) non potranno fare altro che constatare la continuità dell’emergenza climatica Mondiale .

Credo che anche l’accordo tra la Cina e gli USA, i quali dicono di impegnarsi a smettere di investire su alcuni settori dannosi per il clima, sia più propaganda che fatti reali, perché non essendoci penalità ne vincoli impegnativi giuridici, non significa che lo faranno... ma invece è più probabile che le Multinazionali del petrolio, continueranno nelle medesime politiche energetiche fossili e coloniali, a danno dei Paesi poveri e di tutta l’’Umanità

Umberto Franchi

Lucca, 11 novembre 2021