“Il femminicidio è un crimine di Stato tollerato dalle pubbliche istituzioni per incapacità di prevenire, proteggere e tutelare la vita delle donne, che vivono diverse forme di discriminazioni e di violenza durante la loro vita...Queste morti non sono isolati incidenti che arrivano in maniera inaspettata e immediata, ma sono l’ultimo efferato atto di violenza che pone fine ad una serie di violenze continuative nel tempo”
Rashida Manjoo, Special Rapporteur ONU contro la violenza sulle donne
Cristina non è solo un titolo di stampa, che magari ti violenta ulteriormente, non è solo un numero, la sessantaquattresima vittima dall'inizio dell'anno di femminicidio (9 casi al mese).
Questa assurda lucida follia annunciata risuona nella incredula disperazione di tutti i tuoi cari, nelle loro parole e nei loro pensieri rivolti ai due tuoi bimbi.
E il giorno dopo la 65° vittima nel Salento dove Erika Ciurlia è stata freddata da un colpo di pistola.
Le domande senza risposta, l'atroce certezza che quelle paure denunciate e inascoltate sono diventate assurdamente realtà.
Quante vittime sacrificali dovranno ancora esserci dinanzi alla nostra incapacità di maschi di vivere le storie finite, dando senso e significato a relazioni diverse?
Quante sofferenze ancora dovranno esserci affinché ci sia qualcuno che si faccia carico di quelle paure, di quei timori, di quelle parole... e che ci sia qualcuno che prenda in carico quel delirio che accompagna un maschio che non sa gestire una separazione, per impedire che diventi un delirio che devasta in assurda e lucida tragedia?
Non è più tollerabile lasciare sola la donna dinanzi all'incapacità di noi maschi di capire che una storia è finita, così come non è pensabile abbandonare il maschio ad un delirio che può andare oltre il solo immaginabile.
Non possiamo più sottovalutare le paure, dobbiamo proteggere quelle donne che sono minacciate e dobbiamo “prenderci cura” di quei deliri, affinché non facciano ulteriori stragi... a questo sono chiamate tutte le istituzioni: Magistratura, Forza dell'Ordine, Servizi Sociali, Servizi Psichiatrici e tutta la rete di associazioni.
Gino Buratti
Editoriale pubblicato sul n. 441 del 2 agosto 2013