La filosofia dell'uomo occidentale, oggi globalizzata, è duplice:
1 - “Homo homini lupus”: l'uomo per natura vuole sopraffare l'altro. Solo la violenza maggiore raffinata e astuta del domatore (lo Stato) ferma o frena la violenza delle belve (i cittadini).
La violenza regna in ogni caso, anche quando mette pace imperiale.
2 - “L'essere umano ha dignità e diritti inviolabili”.
Come difenderli dalle violazioni?
2/1 - Con la violenza “giusta”, che è pure una violazione.
La violenza regna in ogni caso, anche quando fa “giustizia”.
2/2 - Con la coscienza e cultura sociale della uguaglianza di valore di tutti, espressa nella “regola d'oro” universalmente nota, in decine di formulazioni dell'unico significato: “Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu”.
Cioè, la dignità e inviolabilità altrui è uguale alla mia, è fondamento della mia, è verifica della mia.
La mia sopraffazione su altri nega la mia dignità e valore, che invece non sono negati dalla sopraffazione altrui da me patita ma non subita.
Il valore della vittima è limpido, quello del carnefice è oscurato.
Questa coscienza e cultura è la più vera difesa, preventiva e successiva, della vittima di violenza; è la forza nonviolenta, è il satyagraha gandhiano, forza della verità umana. È prevenzione e riparazione della violenza.
Perciò la violenza non regna, e può essere detronizzata per procedere verso una pace giusta e nonviolenta.
Tutte le culture umane hanno questa possibilità, se elaborano, nell'aiuto reciproco, gli elementi pacifici che tutte contengono.