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Il cacciabombardiere F35 e i temporali

Carissimi tutti, oramai, lo sappiamo, è notizia nota, ma se proprio volete che vi veniamo in soccorso con un cacciabombardiere F35 dovete aspettare il bel tempo. C’è stato detto, niente meno che dal Pentagono, che i 63 caccia finora realizzati devono tenersi lontani dai temporali, volare a meno di 45 chilometri da questi ultimi. In caso contrario, esiste un’alta probabilità che l’esplosione ci veda primi e soli protagonisti del botto. A meno che, “fortuna” vuole, che il temporale ci trovi già nella zona concordata e allora può essere che si determini l’effetto kamikaze.
La notizia (riapparsa questa settimana) non è del tutto nuova. I contestati cacciabombardieri (su cui l’Italia investirà 15 miliardi di euro…), lo aveva anticipato l’ultimo dossier della Corte dei conti americana, pubblicato nel marzo del 2012, sono «quasi certamente da rifare, perché l’apparecchio non vola bene, dà “scossoni”»; esiste «il rischio che l’aereo possa non svolgere le funzioni chiave di combattimento per il quale è stato ideato», perché «la trasmissione dati tra elmetto e aereo avviene con lentezza e con scarsa affidabilità, tanto da mettere a repentaglio la capacità di pilotare l’F35 in situazioni di combattimento» (cosa vuoi che sia…).
A questo, secondo il Pentagono, si aggiunge che l’F35, potrebbe esplodere se venisse colpito non solo da fuoco nemico, ma anche da un fulmine. La causa di questo “inconveniente” sarebbe legata al serbatoio del carburante. In pratica, pare che, nella continua ricerca di soluzioni per alleggerire il jet i progettisti e le aziende costruttrici abbiano ridotto lo spessore dell’involucro del serbatoio, rendendolo così più vulnerabile. Un «problema normale all’inizio della produzione», secondo quanto scrivono oggi i giornali, riportando il commento della nostra Aeronautica militare, risolvibile ripristinando la corazza del serbatoio.
Intanto, pare che il primo esemplare (mai termine fu più adeguato!) di F35 sarà disponibile per i piloti italiani nella primavera del 2015 (sperando sempre che ci sia bel tempo e che la primavera non giochi brutti scherzi). Resta, come sempre la medesima domanda: ma davvero questa spesa risponde a una delle priorità del Paese?

Fonte: ComboniFem - Newsletter Suore Comboniane