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Rivoluzione nonviolenta per la democrazia diretta

Nella lettera a Danilo Dolci del 24 settembre 1968, Aldo Capitini parla della sua proposta "di presentarci alle elezioni regionali, con una lista di 'rivoluzione nonviolenta per la democrazia direttà, non tanto per essere eletti, quanto per far conoscere la nostra posizione specialmente tra i giovani" (la lettera è ora pubblicata in Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008, pp. 270-271). Capitini morì il 19 ottobre 1968 dopo un'operazione chirurgica. In questi tempi in cui l'Italia è impegnata in una mostruosa guerra fascista in Afghanistan (guerra del tutto illegale ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana), in cui in Italia è stato compiuto un abominevole colpo di stato razzista (che ha raggiunto il suo culmine nelle misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nella incostituzionale ed antigiuridica legge 94/2009), in cui in Italia sta trionfando la barbarie nazista, almeno io che scrivo queste righe sento l'urgenza di un'insurrezione nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani, sento l'urgenza di un'insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro il razzismo, sento l'urgenza di un'insurrezione nonviolenta contro il regime mafioso e nazista, sento l'urgenza di un'insurrezione nonviolenta in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana.
Nessun partito politico democratico sembra sentire oggi questa urgenza, poiché tutti alla guerra e al razzismo si sono prostituiti in questi ultimi vent'anni quando hanno governato questo paese.
Un'insurrezione nonviolenta in difesa della democrazia, della civiltà, dell'umanità. Questo oggi occorre.