I Corpi Civili di Pace Europei sono dovuti a un'intuizione di Alexander Langer che al tempo della guerra in Jugoslavia avviò nel Parlamento europeo il percorso per la loro costituzione. Quali siano i compiti di un corpo civile di pace, chi ne debba far parte, come lo si addestri e lo si finanzi e quali siano i suoi rapporti con i militari, non è ancora stato definito dalla Istituzioni. E nel frattempo la Società civile va avanti e si organizza.
Come accade in Siria dov'è nato un movimento dal basso che si batte per una soluzione pacifica, politica e negoziale della guerra civile in corso, che sta scardinando l'antico e fragile equilibrio di convivenza tra comunità culture e religioni del Paese. Un percorso di Riconciliazione - chiamato in arabo Mussalaha - che parte dalla gente ed è basato sul ripudio della guerra sia proveniente dall'interno che dall'estero.
Mussalaha è una necessità di mediazione nata spontaneamente nelle Comunità locali, col supporto di religiosi sia cristiani che musulmani e rispettosa di tutte le etnie presenti in Siria, volta a placare il livello dello scontro nei villaggi e nei quartieri, a permettere la liberazione degli ostaggi e lo sfollamento delle zone direttamente minacciate; attraverso piccoli ma assai significativi accordi di tregua. Una vera terza via tra le fazioni armate che ha ottenuto importantissimi risultati ma è tuttora sconosciuta agli organi d'informazione.
A sostegno degli sforzi di dialogo politico e negoziale profusi dai nonviolenti siriani il Convegno per la creazione di un Centro di Prevenzione dei Conflitti e di Formazione per Corpi civili di pace, realizzato nella città più militarizzata d'Italia da SiAmo Vicenza e IPRI - Rete CCP ha proposto a tutte e tutti di praticare ovunque possibile un giorno di digiuno "a staffetta" per chiedere pubblicamente:
- che tutti i Cittadini e in particolare il Movimento per la pace e la nonviolenza si uniscano nel sostegno a Mussalaha / Riconciliazione e a quanti in Siria operano per la pace;
- che l’Italia assuma un ruolo di dialogo ed impegno attivo per la costruzione di trattative di pace e giustizia;
- il blocco di qualsiasi intervento esterno dichiarato o mascherato, sia in forma d'ingerenza umanitaria che di no-fly-zone;
- il blocco delle forniture d'armi alle parti;
- un vero cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari concordati con le autorità siriane;
- il coinvolgimento di tutte le parti disponibili al dialogo per un negoziato che ponga fine alle violenze e alla guerra.
Hanno comunicato finora la loro adesione al digiuno Angela Dogliotti Marasso del Movimento Internazionale per la Riconciliazione, Antonio Santini e Liliana Obad di Beati i Costruttori di pace, la marchigiana Anna Pia Saccomandi, Gianni D'Elia e Nanni Salio del Centro studi Sereno Regis, Daniele Bettenzoli dalla Lombardia, Loretta Mussi di Un Ponte per … , Antonino Drago del Corso di Scienze per la Pace dell'Università di Pisa, Maria Carla Biavati con Maurizio Cucci e Alessandro Capuzzo di IPRI - Rete Corpi Civili di Pace, Gianmarco Pisa di Operatori di Pace Campania, Tiziana Volta di Mondo Senza Guerre e Senza Violenza, Ettorina Albrizio dell'Accri, Marco Palombo della rete No War, l'eco-attivista contro la guerra Marinella Correggia e l'ex deputato Paolo Cacciari. L'associazione Pax Christi ha aderito come atto di "resistenza nel segno dell'amore", il Convegno sulla Decrescita di Venezia ha accolto e diffuso l'appello, come ha fatto da Sarajevo il Network for building peace di Bosnia Erzegovina.
Si invitano gli interessati ad aderire nel modo ritenuto più opportuno, a comunicare la notizia a
Fonte: Giorgio Gatta: Pax Christi Faenza