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GLI INVISIBILI - Popoli della Colombia, Ecuador, Bolivia, Congo (Elia Pegollo)

GLI INVISIBILI - Popoli della Colombia, Ecuador, Bolivia, Congo “Le nostre armi sono il pensiero e la parola , il nostro potere è la saggezza……”
di Elia Pegollo Centro Culturale La Pietra Vivente Dagli U’WA, il millenario popolo indigeno che vive in perfetta armonia con la Natura nel Nord-est della Colombia sulle pendici della Sierra Nevada del Cocui, si impara che, osservando attentamente il Creato, è possibile ascoltarne la voce….essi ascoltano in silenzio la musica delle gocce di pioggia fina sulle foglie vive dei secolari alberi della selva o l’impeto tumultuoso dell’uragano che ingrossa torrenti e fiumi facendone ribollire le acque scure, il cui monito alla prudenza si espande gagliardo da riva a riva. Gli U’WA dialogano con il sibilo del vento che agita le altissime fronde del tetto della foresta o scandisce note brevi tra le felci arboree e tra i fiori che sorridono svegliandosi al canto degli uccelli in un timido raggio di sole.Percepiscono il delicato battito d’ali della Morpho, meravigliosa farfalla azzurra che volteggia nel verde misterioso della selva, ed il richiamo degli animali feroci, come segni della vita dell’Universo intero perché sanno che “la vita di ogni singolo organismo è parte di un processo su vasta scala che coinvolge il metabolismo di tutto il Pianeta”. Sanno che l’uomo non è il fine dell’evoluzione ma parte integrante del sistema biofisico globale che si compone, a sua volta, di molti sistemi che interagiscono ed evolvono assieme. Sanno che ogni cosa è legata a qualsiasi altra cosa e,con la saggezza antica disseminata nelle mille culture delle genti , sanno che “la storia naturale è una storia complessa ed imprevedibile, una storia di limiti ecologici, bellissima nelle forme che ha assunto in milioni di anni, siano queste forme di fiori o di laghi, di farfalle o di montagne, di uccelli o di profondi oceani “(E.Tiezzi-Il Capitombolo di Ulisse) e sentono la sacralità della Pachamama, Madre di tutti i viventi nel cui rispetto sono riusciti a vivere da tempo immemorabile.
Per gli Incas della Bolivia viveva la roccia nuda nelle cui pieghe scorre l’acqua, trascinando a valle frammenti di monte; vivono le onde del mare, dicono i Cofanes dalla loro incantevole ” isola ” sul fiume Aguarico, uno dei mille affluenti del Rio delle Amazzoni. I Maya guatemaltechi fremono di fronte allo scioglimento dei ghiacciai e vivono questo dramma come una delle manifestazioni di inaudita violenza verso la Madre Terra che l’Uomo Bianco sta progressivamente uccidendo.
Con i Maya e con gli Arhuacos della Sierra Nevada di Santa Marta si impara ad ascoltare la voce del cielo che parla attraverso le sue costellazioni….Ci insegnano che tra la nebulosa di Andromeda, il corpo celeste più lontano dalla Terra(8OO mila anni luce) visibile ad occhio nudo, e quello più vicino, la Proxima Centauri(4 anni luce), palpitano 40 miliardi di stelle della nostra galassia; al di là di Andromeda , altri milioni di nebulose e altri miliardi di stelle che il nostro occhio non vede e che solo la forza del pensiero può raggiungere tra “i sovrumani silenzi ” di un universo che si espande…
Con i Maya, quando si rivolgono al loro Dio, Junad-ku, chiamato “cuore dei cuori ” , espressione dell’unità nella diversità, si capisce che" una rete di forze collega tutte le specie viventi tra loro e che le stesse costanti servono da matrice alle forme dell’universo: una nebulosa, comprendente milioni di mondi, segue la stessa legge di sviluppo a spirale di una qualsiasi conchiglia di umile mollusco marino; e contorce il tronco di un albero e le colonnette bizantine o barocche".
Attraverso lo sguardo mite e puro dei bambini del Congo parla la Natura che apre gli occhi e le corolle ed intesse il suo magico canto alla vita …. L’Africa Nera, l’Africa della guerra, l’Africa in cui la “nostra civiltà ” esporta le armi che garantiscono la morte, l’instabilità ed il terrore, ci parla attraverso le sue creature più semplici per invitarci ad essere piccoli….è l’Africa che chiede amore per continuare a vivere la sua quotidianità fatta di stenti , con dignità, evitando ogni forma di folklore…
Dall’America Latina e dal continente africano l’Uomo Bianco è invitato a spingere il suo sguardo oltre il diametro di una moneta, per scoprire le meraviglie dell’Universo e la grande armonia che lo governa…..ricordando che:

“La Terra non l’abbiamo ereditata dai nostri Padri,
l’abbiamo presa a prestito dai nostri Figli,
ai quali dovremo restituirla”

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