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Domande ineludibili per la coscienza di tutti gli italiani

L'altro ieri, sabato 2 novembre, è scaduto con l'esito di tacito rinnovo (dato che il Governo non lo ha revocato) il Memorandum sugli accordi del 2017 fra Governo italiano e Governo del territorio libico di Tripoli. Questa scadenza impone due urgentissime domande ineludibili per la coscienza di tutti gli italiani.

  • Come possiamo tollerare che tutti i Governi, che si succedono in Italia, continuino a finanziare direttamente o indirettamente le organizzazioni criminali libiche, che con i nostri soldi ingaggiano i famigerati “trafficanti di esseri umani”, per “promuoverli” a gendarmi della guardia costiera e/o guardiani dei lager libici, dove imprigionano, depredato, stuprano e torturano sia i profughi arrestati sulla terra ferma, sia quelli riacciuffati dai barconi intercettati nelle acque territoriali libiche, fra i quali ci sono quasi sempre anche donne e bambini?

  • Come possiamo restare impassibilmente complici consapevoli dopo le quotidiane notizie e testimonianze di tali e tante efferate violazioni dei diritti umani?

Sono fatti risaputi da tempo, ma che nelle ultime settimane hanno guadagnato un grande risalto di cronaca, grazie all’inchiesta di Nello Scavo, giornalista di Avvenire e a quella del settimanale l’Espresso.

Se la storica leder radicale Emma Bonino arriva ad affermare che gli accordi con il governo di Tripoli sono paragonabili alla trattativa Stato – mafia, qualche problema di coscienza se lo devono porre tutti.

Ma mentre tutto ciò accade, stiamo invece assistendo alla assurda discussione nell’ambito del Governo e del Parlamento italiano fra chi vorrebbe eliminare, chi vorrebbe almeno modificare e chi vorrebbe mantenere intatti quegli accordi condannati da Amnesty International, in base ai quali l’Italia fornisce da alcuni anni al Governo di Tripoli i soldi e i mezzi navali, affinché impedisca ai migranti di prendere il mare per raggiungere le coste italiane. E accade così che le motovedette italiane cedute al Governo libico sparano sulle navi delle ONG, che cercano di salvare i profughi dei barconi che rischiano di affondare o che sono già affondati, prima dell’arrivo dei soccorsi. Dopodiché riprendono i profughi rimasti vivi per riportarli nelle prigioni lager di Tripoli.

Come abbiamo sempre ripetuto, quando siamo di fronte a tali crimini contro l’umanità, la Tavola della Pace e della Cooperazione non può ammettere che sia questo il modo di declinare la “Ragion di Stato” e non può fare sconti ad alcuno.

Quegli accordi devono essere revocati.

Per informare e approfondire l’argomento senza allungare il testo di questo messaggio, alleghiamo alcuni articoli di stampa, fra i quali spiccano quelli tratti dalle coraggiose inchieste del giornalista Nello Scavo di Avvenire e del settimanale l’Espresso. Nello Scavo ha già subito minacce: ciò ha reso necessario tutelare la sua integrità con una scora personale. A Nello Scavo tutta la nostra solidarietà.

A chi vorrà leggere tutti gli articoli dell’inchiesta di Nello Scavo invieremo, se richiesto, il link per leggerli e scaricarli da One Drive. Buona lettura.

Pietro Pertici

Comitato Esecutivo della



Tavola della Pace e della Cooperazione Onlus

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