Per non dimenticare: Ciro Siciliano
- Chiara Esposito
- Categoria: Resistenza
- Visite: 1764
In una paginetta Chiara riassume il quadro sociologico di Forno, paese brutto con abitanti belli, il contrario del Bel Paese e rendiconta la vicenda di Ciro (maresciallo dei Carabinieri ucciso dai nazi-fascisti nella strage di Sant’Anna a Forno il 13 giugno 1944) attraverso dei flashback che riassumono l’arrivo nel nuovo comando, la vita di paese, l’incontro con l’amore, l’avvento della Resistenza, la fine, attraverso la bella invenzione di pagine di un diario ritrovato. C’è una immagine esemplare di tutto ciò ed è la partecipazione.
Intervista allo scrittore triestino-sloveno Boris Pahor. "A combattere contro i tedeschi a Porta San Paolo non ci sono andata perché me l'ha detto il partito, ma perché l'ho deciso io" "A combattere contro i tedeschi a Porta San Paolo non ci sono andata perché me l'ha detto il partito, ma perché l'ho deciso io": così raccontava Maria Teresa Regard, partigiana. La Resistenza che comincia in quei giorni e culmina il 25 aprile è una storia di liberazione delle coscienze, prima ancora che del territorio e delle istituzioni: dopo venti anni di credere obbedire e combattere, di "lasciate fare a lui", il meglio dell'Italia riprende in mano il proprio destino e si fa protagonista della propria storia.
Pubblicato su "Il Manifesto" del 9 settembre 2008
C'è una qualche ragione di stupore nel fatto che alla celebrazione della difesa di Roma l'8 settembre - l'8 settembre!, nel giorno in cui quelli come lui, i nostalgici della Patria Littoria e, insieme, i ministri della difesa, dovrebbero, per decenza, chiudersi in silenziosa meditazione -, il ministro La Russa non abbia trovato di meglio che tessere l'elogio dei combattenti di Salò? Ignazio La Russa è un fascista (può sembrate anacronistico, ma è così). Era fascista trent'anni fa, quando bazzicava piazza San Babila. Ha continuato a essere fascista per tutto il tempo in cui ha ricoperto alte cariche in un partito, il Msi, che aveva nel proprio simbolo il sacello del duce e che ostentava come un onore la discendenza dalla Repubblica sociale. E' rimasto fascista nonostante la riverniciatura di Fiuggi.
Pagina 4 di 4
"Cancellano la memoria. I giovani intervengano"
Instancabile a 97 anni Boris Pahor, scrittore triestino sloveno, ha 97 anni. La sua opera più famosa è Necropoli, (pubblicato con una memorabile prefazione di Claudio Magris), un romanzo autobiografico sulla sua prigionia a Natzweiler-Struthof che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo.
È instancabile nonostante l'età, in questi giorni è in giro per scuole a raccontare la Liberazione, il 25 aprile. Non si rifiuta mai. Per lui parlare ai giovani è fondamentale, "perché vogliono cancellare la memoria", dice.
Quando il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza (Pdl), gli ha offerto la cittadinanza onoraria, Pahor ha declinato l'invito, preferendo quello dell'associazione "Liberi e uguali". Cominciamo da qui.
I nuovi partigiani
Falso storico nel Film "Miracolo a Sant'Anna"
Perché stupirsi? (Marco Revelli)
1 febbraio 2009 64° anniversario della morte del Comandante Ebio
ANPI Villafranca Bagnone e Archivi della Resistenza - Circolo Edoardo Bassignani, in collaborazione col Comitato Sentieri della Resistenza, hanno organizzato per domenica 1 febbraio alle ore 10.00, presso il Centro di Documentazione sull’Antifascismo e la Resistenza in Lunigiana a Merizzo di Villafranca (MS), la commemorazione del 64° anniversario della morte di Edoardo Bassignani «Ebio» avvenuta per mano dei fascisti. Al termine dell’iniziativa sarà offerto un rinfresco dagli organizzatori.