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Un neofascista simpatizzante di Casa Pound uccide due senegalesi e ne ferisce altri tre a Firenze, la città di Balducci e di La Pira, per poi suicidarsi.

Un gruppo di torinesi da fuoco ad un campo rom per vendicare una inventata violenza sessuale.

Parlare di follia, individuale e collettiva, è sicuramente improprio.

Esiste qualcosa di profondo, di malato, nella nostra società, nella nostra cultura: non è semplicemente follia, è come se in questo ultimo ventennio berlusconiano avessimo fatto tabula rasa di paletti e punti di riferimento.

Piscine sugli scogli, case coi piedi nei torrenti: lo scatenamento degli speculatori è la terribile metafora della crisi economica che fa tremare l'Europa, soprattutto il nostro paese sgovernato e abbandonato da politci preoccupati dei loro affari.

In questi ultimi anni abbiamo più volte indicato non solo l’afonia dei cattolici in politica – la debolezza di rilevanza nella progettazione e nella costruzione della polis – ma anche le cause che l’hanno prodotta, tra cui l’intervento diretto in politica di alcuni ecclesiastici e la scelta di agire come un gruppo di pressione. La diaspora dei cattolici in politica agli inizi degli anni ’90 appariva non solo come una necessità motivata, ma anche come una preziosa “opportunità”, una “benedizione”: rendeva infatti evidente che la comunità cristiana vive di fede e di coerente comportamento etico, ma non di soluzioni tecniche nella politica e nell’economia.

E' successo così. Hanno catturato Gheddafi, lo hanno preso a schiaffi, insultato, e poi, non si sa come né perché, gli hanno sparato un colpo in testa. Un avvenimento di cui si discuterà, anche animatamente, per qualche giorno; poi se ne parlerà sempre meno; e più avanti ogni tanto spunterà fuori una novità, un filmato o una foto inediti, le rivelazioni di chi c'era, una riflessione più sicura sui perché e, soprattutto, sul mandato di chi è accaduta una cosa del genere. Questa è la premessa.

Dal Nabucco ai balilla ai partigiani: cosa c’insegnano le canzoni di 150 anni d’Italia

di Mario Pancera

Le proteste degli italiani contro i despoti nel Risorgimento cominciarono con le musiche di Giuseppe Verdi, dal Nabucco al Coro dei lombardi. Dolore e libertà. Le successive, hanno ricalcato gli stessi temi sempre prevedendo il futuro: immaginavano guerre, armi, stragi e una morte, più o meno gloriosa, per la patria, per il partito, per un’idea. Insieme con l’amore e la libertà, la morte - con la violenza che le sta alla base - è la grande protagonista di quasi tutte le canzoni nazionali e politiche dei 150 anni dell’unità d’Italia.

Alla Villa Rinchiostra di Massa si è svolta la Festa di Tutta un'Altra Città (TUAC), un insieme di associazioni di diversi ambiti il cui progetto unitario era emerso dal percorso del Bilancio Partecipato promosso dal Comune di Massa fin dal 2008.

Quando la vita privata con il suo carico di bisogni, desideri, sentimenti, emozioni e fantasie fa la sua comparsa nella sfera pubblica, da cui è stata storicamente estromessa, è inevitabile che sia fatta oggetto di un'attenzione particolare. A maggior ragione se a portarla allo scoperto è persona nota e responsabile di un ruolo istituzionale di rilievo. Non stupisce perciò che l'intervista, rilasciata da Piero Marrazzo a Concita De Gregorio ("Repubblica", 15 agosto 2011), a due anni dallo "scandalo" che lo indusse, nell'ottobre 2009, a dare le dimissioni da Presidente della Regione Lazio, abbia aperto il varco a uno di quei discorsi sul rapporto tra i sessi che da alcuni anni attraversano inaspettati la politica, senza peraltro modificarla quanto ci si aspetterebbe.