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Si parte con un viaggio tra i coltelli. Al mattino, di buona lena, figlioli al seguito (il marito aveva impegni pregressi), l’ Assessore alla Cultura e al Turismo della regione Toscana Cristina Scaletti monta in auto, alla volta di Scarperia, città delle lame, che ospiterà fino al 24 di settembre una mostra i ferri taglienti. Un’ edizione speciale, in onore dei 150 anni dell’ unità d Italia.

Si può paragonare il luddismo dell’inizio ottocento alle rivolte che in questi giorni infiammano Londra e le città industriali dell’Inghilterra.

Mi sembra di capire che la manovra fiscale, sia la vecchia, sia quella che ora si anticipa al 2012  sulla base degli ordini pervenuti dalla CE e dagli USA, sia quella che poi si farà nel 2013 e 2014, sia quello che succederà nelle borse di qui ad allora, rappresentino tutti momenti che incideranno gravemente, come sempre, sui redditi dei lavoratori dipendenti. E ciò attraverso molteplici strade e strumenti: ritorno di vecchie e aggiunta di nuove tasse, aumenti regionali e locali, minor benefici fiscali, minor servizi sociali, tagli alle finanze locali, etc. etc.

Chiediamo a tutte le persone di volontà buona e di retto sentire di far sentire la propria voce al Parlamento italiano affinché non rifinanzi le guerre e le stragi in Afghanistan e in Libia.

La partecipazione italiana a quelle guerre è illegale, poiché viola l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.
La partecipazione italiana a quelle guerre è già costata troppe morti, tra cui quaranta giovani soldati italiani.

Il vastissimo e trasversale fronte Sì-Tav è tornato ad esporre con grande «forza» i propri argomenti:manganelli, ruspe, gipponi.
Il tutto condito dalle solite litanie di slogan e luoghi comuni gridati incessantemente da mille altoparlanti.
In tutta la vicenda del Tav sulla Torino-Lione la costante più macroscopica, anno dopo anno, è sempre stata la totale assenza di argomenti di merito a favore e la più stretta censura sugli argomenti di merito a sfavore.

Egregio signor Presidente Napolitano,

sono una cittadina italiana che ne ha abbastanza. In questo paese abbiamo 31.000 euro a testa di debito pubblico e lo stato chiede prestiti per pagare gli interessi sul debito; l'Italia partecipa a guerre sputando sulla sua stessa Costituzione; abbiamo in vigore leggi razziali, la scuola pubblica è stata distrutta assieme alla rete del welfare, alla sanità e alla tutela del lavoro.

Il centro è cieco, la verità si vede dai margini. Quest'affermazione di metodo, propria degli studi post-coloniali e anche della più recente "antropologia di prossimità", mi è tornata in mente la mattina del 27 giugno alla Maddalena, frazione di Chiomonte, quando visto da lassù - da quel fazzoletto di terra sulla colletta che divide il paese dall'autostrada del Frejus - il mainstream che ha segnato ossessivamente la vicenda della Tav è apparso di colpo per quello che è: vuota somma di affermazioni prive di senso reale. E si è affermata una realtà totalmente altra rispetto a quella che viene raccontata nei "luoghi che contano", nei palazzi del potere, nelle redazioni dei giornali, dagli opinion leaders metropolitani.