Si è consumata nuovamente un'altra tragedia nel mediterraneo, ormai trasformato in un mare di morte: un barcone con più di 750 persone è naufragato di fronte alle coste greche, il tutto favorito dal cinismo della politica dei paesi europei interessati più ad arginare il fenomeno migratorio con i respingimenti, come è emerso nell'ultimo accordo fatto lo scorso 8 giugno, nel quale di fatto è stato cancellato il principio di non respingimento, attuale cardine della Convenzione di Ginevra.
Le autorità greche, italiane e maltesi sapevano che l’imbarcazione era sovraffollata e in difficoltà, ma non è stata avviata alcuna operazione di ricerca e soccorso: questa tragedia poteva essere evitata, così come quella di Cutro e tante altre precedenti.
Una tragedia che, tuttavia, si consuma nell'indifferenza di tanti, di troppi... anestetizzati da quei principi nazionalisti e xenofobi che ormai di fatto contagiano tutta la cultura politica, finalizzata esclusivamente a ottenere consensi sulla paura e sullo scontro tra poveri.
Non vi è tragedia che alimenti una riflessione, un ripensamento, sia nella politica sia nell'indifferenza della maggioranza della popolazione, che ponga al centro l'ecatombe nel mediterraneo, le motivazioni per cui milioni di persone fuggono dai propri paesi, per fame, per guerra, per condizioni disumane accettando tutti i rischi di un viaggio al buio.
Siamo noi, i nostri governi, le nostre politiche nazionaliste e razziste, la nostra indifferenza a rendere quel viaggio di speranza un viaggio di morte... incapaci di metterci nei panni di quelle persone, di quelle donne, di quei bambini, incapaci di offrire loro attenzione solidarietà e aiuto a ricostruirsi una vita migliore.
Con quei migranti è morta la politica, è morta l'idea di Europa solidale e culla di civiltà, perché noi siamo l'antitesi della civiltà.
Come Accademia della pace esprimiamo la nostra solidarietà a tutti i migranti che fuggono dai loro paese, non solo per guerra, ma per la fame imposta da uno sviluppo economico diseguale e asimmetrico, o semplicemente per cercare una speranza di vita diversa... e al tempo stesso facciamo appello a tutte le realtà vive del paese affinché si lavori per costruire un fronte comune capace di indicare un percorso diverso alla politica, alla cultura e alla società.
Chiediamo con forza che vengano vietate ogni forma di respingimento e che vengano aperti canali sicuri e legali di ingresso in Europa e che venga istituita una missione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo.
Accademia Apuana della Pace
Massa, 16 giugno 2023