Comunicato stampa della su risoluzione UE su armi
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La Rete Disarmo applaude l’Europa in prima fila per la lotta alla diffusione indiscriminata di armi
Una buona notizia va a celebrare i 60 anni della dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. E’ stata infatti approvata con 562 voti favorevoli, 37 contrari e 20 astensioni una risoluzione sostenuta da praticamente tutti i gruppi politici del Parlamento Europeo in cui si ribadiscono «fermamente» critiche «all'attuale stallo politico» e soprattutto riguardo alla mancata adozione della posizione comune in merito alla revisione del Codice di condotta UE sulle esportazioni di armi al fine di «trasformarlo in un efficace strumento di controllo». Va ricordato infatti che attualmente tale Codice è solo un elenco di prescrizioni senza valore vincolante e sanzionatorio, e soprattutto non esiste una struttura condivisa di gestione dello stesso a livello di controlli. Il Parlamento Europeo nel chiederne quindi l'adozione «senza ulteriori indugi», sottolinea che il contributo dell'UE a un trattato sul commercio di armi internazionalmente vincolante (sollecitato dalla coalizione internazionale Control Arms e oggetto di discussione all’ultima Assemblea Generale ONU) «acquisterà notevole credibilità non appena diverrà giuridicamente vincolante il regime comunitario di controllo delle esportazioni di armi».
Una buona notizia va a celebrare i 60 anni della dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. E’ stata infatti approvata con 562 voti favorevoli, 37 contrari e 20 astensioni una risoluzione sostenuta da praticamente tutti i gruppi politici del Parlamento Europeo in cui si ribadiscono «fermamente» critiche «all'attuale stallo politico» e soprattutto riguardo alla mancata adozione della posizione comune in merito alla revisione del Codice di condotta UE sulle esportazioni di armi al fine di «trasformarlo in un efficace strumento di controllo». Va ricordato infatti che attualmente tale Codice è solo un elenco di prescrizioni senza valore vincolante e sanzionatorio, e soprattutto non esiste una struttura condivisa di gestione dello stesso a livello di controlli. Il Parlamento Europeo nel chiederne quindi l'adozione «senza ulteriori indugi», sottolinea che il contributo dell'UE a un trattato sul commercio di armi internazionalmente vincolante (sollecitato dalla coalizione internazionale Control Arms e oggetto di discussione all’ultima Assemblea Generale ONU) «acquisterà notevole credibilità non appena diverrà giuridicamente vincolante il regime comunitario di controllo delle esportazioni di armi».
La scelta della nonviolenza, il dialogo tra le culture (Ramin Jahanbegloo)
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Pubblicato su Voci e volti della nonviolenza, n. 278 del 27 dicembre 2008 e tratto dal sito www.caffeeuropa.it, vi invitiamo a leggere queste riflessioni, quanto mai attuale in questo clima "di caccia all'altro" che respiriamo da tempo e che certa politica alimenta.
Educarci alla pace in una scuola dei volti (Ist. Einaudi - Verona)
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Contro la guerra, e senza ipocrisie
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Editoriale al n. 545 di “Notizie minime della nonviolenza”, del 12 agosto 2008
Occorre opporsi alla guerra nel Caucaso. Occorre opporsi a tutte le guerre.
E chi si impegna anche per salvare una sola vita, e chi si impegna anche contro una sola violazione dei diritti umani, già per questo merita di essere elogiato. Per questo. Ma non basta.
Dall'Italia levare la voce contro la guerra del Caucaso (o contro il regime birmano, o contro l'occupazione del Tibet o dei Territori palestinesi, o contro i fascismi in Colombia o in Iran, o contro l'imperialismo di Bush o di Putin, o contro i terrorismi fondamentalisti e le mafie transnazionali e gli stati-mafia) è possibile farlo credibilmente solo a condizione di opporsi anche alla guerra in Afghanistan cui l'Italia sta partecipando, solo a condizione di opporsi anche al dispiegarsi della violenza razzista e assassina nel nostro paese, solo a condizione di opporsi ai poteri criminali e all'eversione dall'alto in Italia: altrimenti è un predicar bene e razzolar male.
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