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Con la forza della nonviolenza (Alessio di Florio)

In occasione del 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza, condividiamo questa riflessione sulla nonviolenza di Alessio di Florio, pubblicata su "Voci e volti della nonviolenza", n. 239 del 1 ottobre 2008.

La decisione delle Nazioni Unite, organismo internazionale ormai vittima di ambiguità e di decisioni controverse ma pur sempre baluardo della legalità internazionale, di dedicare una giornata alla nonviolenza, nell'anniversario della nascita del Mahatma è un segno di speranza. La democrazia, il potere di tutti, la forza della Verità, stanno facendo breccia, per dirla con le parole di Alex Zanotelli, "nel cuore della Bestia". Tutti gli anniversari corrono il rischio di diventare vuoti cerimoniali retorici e autoreferenziali. L'irrompere dello spirito della nonviolenza, della persuasione e della Verità può cambiare tutto.

La scorsa settimana una sentenza del Tar ha riportato all'ordine del giorno la questione del "Centro Oli", un impianto petrolifero dell'Eni dalla scarsa resa economica e dai devastanti e drammatici effetti sull'ambiente, sulla salute umana e su tutto l'Abruzzo. I cittadini, le associazioni e molte amministrazioni locali si sono sentiti dire che l'interesse all'estrazione dell'idrocarburo è più importante di tutto e che loro non hanno diritto di tutelare la loro esistenza.
Pochi giorni, in alcuni casi poche ore, sono bastati per far ripartire una resistenza popolare che ha già fatto nascere nuove iniziative. Il comitato Natura Verde, subito imitato dal Comune di Pescara, ha già avviato (imitando i No Tav della Val di Susa) la raccolta di fondi per acquisire alcuni terreni sui quali dovrebbe sorgere il Centro Oli. Non è la prima volta che l'Abruzzo si ritrova davanti ad una situazione simile: diversi anni fa l'opposizione popolare riuscì a scongiurare la nascita di un polo chimico in una delle valli già più inquinate e devastate. Anche questa volta si cercherà di resistere di fronte al saccheggio e alla devastazione dell'Eni.
È la nonviolenza, la forza immane della nonviolenza che sorregge la resistenza popolare. Senza alcun atto di sofferenza dell'altro, senza distruggere ma costruendo, i cittadini, le popolazioni si riappropriano del loro destino e del loro futuro. Nessuno escluso. Donne, uomini, anziani, chiunque diventa protagonista di un processo popolare che esalta la democrazia e ne rende possibile il compimento. Senza la nonviolenza non è possibile, nel mondo devastato di oggi, alcuna democrazia. Davanti alla bruta prepotenza del più forte solo la forza della Verità permette il ristabilirsi di giuste relazioni tra gli uomini. Relazioni stabilite sul principio che non esistono re e sudditi ma cittadini attivi, pronti ad assumersi le proprie responsabilità. Si realizza il principio del "potere di tutti", l'omnicrazia tanto cara ad Aldo Capitini, pioniere e profeta laico della nonviolenza in Italia.

Aldo Capitini che parlò di nonmenzogna, aderendo al principio della Verità gandhiano, come presupposto della nonviolenza. Nonmenzogna che implica non soltanto il rifiutarsi di mentire ma anche l'impegno perché la Verità sia sempre ristabilita. La denuncia del falso e il ristabilimento della Verità, in ogni momento, deve essere quindi impegno quotidiano della persona amica della nonviolenza.
In Italia oggi quasi nulla rappresenta la violenza strutturale e la menzogna sistematica come l'apparato mafioso. La mafia siciliana, la 'ndrangheta calabrese, le massonerie deviate, la Sacra Corona Unita, la camorra campana.
Opprimono le popolazioni, soffocano la democrazia, devastano e saccheggiano, uccidono.
Carlo Ruta, Marco Benanti, Pino Maniaci sono tre coraggiosi giovani siciliani. Tutti e tre hanno incarnato la speranza e la denuncia delle mafie e dei loro affari. La resistenza nonviolenta ha trovato nei loro scritti un impegno costante e appassionato. Hanno sofferto attentati, intimidazioni, omertà. Ma non si sono mai arresi. Pino ha subito in piena piazza cittadina un pestaggio dal figlio di un boss e dai suoi amici, nell'indifferenza dei molti. La sua auto è stata bruciata poco dopo. Marco Benanti è stato licenziato. Carlo Ruta sta subendo una vera e propria persecuzione giudiziaria e sociale per aver denunciato i legami massonici che governano la città di Ragusa.
La responsabilità della nonviolenza è collettiva, è diritto di ognuno. La resistenza delle popolazioni locali contro le devastazioni delle multinazionali (in Abruzzo come a Viterbo, a Venaus come in Veneto), la denuncia delle mafie e dei loro apparati di violenza sono importanti passi verso la difesa della democrazia e della libertà, verso una società di liberi ed eguali.
Profetiche le parole di Aldo Capitini, allorquando redasse la "Carta del Movimento Nonviolento". Il Movimento persegue "il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza" e "lo scopo della creazione di una comunità mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti".

Per informazioni sulle resistenze nonviolente citate nell'articolo:
www.peacelink.it, www.unimondo.org, www.censurati.it, www.telejato.it, www.leinchieste.com, www.marelibero.net