Pubblichiamo, come approfondimento alla nonviolenza, questa intervista, a Maria G. Di Rienzo, prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, particolarmente attivo nella formazione, realizzata da Paolo Arena e Marco Graziotti, della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Questo ciclo di interviste verrà utilizzato nei momenti formativi realizzati dall'Associazione.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come è avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Maria G. Di Rienzo: Come sbocco naturale di una riflessione politica sulla relazione tra mezzi e fini.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalità della nonviolenza hanno contato di più per lei, e perché?
- Maria G. Di Rienzo: Martin Luther King e Rosa Parks perché sono i primi che ho incontrato in ordine di tempo e quelli che hanno acceso il mio sogno; Barbara Deming per la connessione tra femminismo e nonviolenza; Lisistrata, perché anche se non è mai esistita incarna tutte le sconosciute maestre di nonviolenza dall'inizio dell'umanità ad oggi; Mao Valpiana perché è la “presenza-pazienza persistente” della nonviolenza in Italia.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Maria G. Di Rienzo: Tutto quel che trova di Gandhi, King, Capitini, Dolci. E a parte i testi di questi ultimi, nelle biblioteche vedrei bene: Hannah Arendt, Sulla violenza, Vandana Shiva, Sopravvivere allo sviluppo; Robin Morgan, Il demone amante; David Henry Thoreau, Disobbedienza civile. Anche un pò di manualistica non ci starebbe male (Gene Sharp ecc.).
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con più impegno?
- Maria G. Di Rienzo: La lotta nonviolenta delle donne dello Zimbabwe, di Equality Now, del Wluml (Women living under muslim laws) per il mondo, le campagne antimilitariste dei “Beati i costruttori di pace” e di “Cento donne cento bici” per l'Italia.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene più necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Maria G. Di Rienzo: Ce n'è bisogno dappertutto, ma la violenza di genere è in questo momento la mia preoccupazione principale, e lì vorrei fossero messe energie.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Maria G. Di Rienzo: Il Movimento Nonviolento italiano e il Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Maria G. Di Rienzo: Un percorso di liberazione fatto di empatia, egualitarismo, cooperazione, democrazia e gioia.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo, ecologia, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, lotta antimafia, lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse, lotte di liberazione dei popoli oppressi, pacifismo, antimilitarismo, disarmo, diritto alla salute e all'assistenza?
- Maria G. Di Rienzo: Avete praticamente nominato il decalogo della nonviolenza. Poiché la nonviolenza contrasta e trasforma odio, indifferenza, oppressione, dominio, ingiustizia, guerra, terrorismo, stupro, violenza domestica, povertà, tutte le aree citate le sono inestricabilmente connesse.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?
- Maria G. Di Rienzo: Le esperienze di Basaglia in Italia hanno certamente posto le basi per un rapporto; personalmente conosco meglio gli antipsichiatri come Laing e Cooper e soprattutto il percorso di quest'ultimo mi è sembrato assai compatibile con la nonviolenza.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?
- Maria G. Di Rienzo: Le campagne di informazione sono un momento chiave della lotta nonviolenta. E visto lo stato attuale dei mezzi di comunicazione in Italia, per il nostro paese si tratta di un'area critica.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?
- Maria G. Di Rienzo: Una nuova universalità, in cui la connessione fra viventi è centrale.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?
- Maria G. Di Rienzo: Quasi tutte possono accostarsi alla nonviolenza e crescere bene con essa grazie alla “regola d'oro” del “non fare ad altri ciò che non vorresti fatto a te” (che è presente in svariate forme nella maggioranza delle religioni attuali).
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?
- Maria G. Di Rienzo: Crea maestre/i e allieve/i che praticano il rispetto reciproco e sono interessati alla qualità di ciò che apprendono.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?
- Maria G. Di Rienzo: L'idea che progredire, guadagnare, non significhi competizione ad ogni costo e mera espansione, fare cose “più grandi”, avere “di più”; l'economia che si ispira alla nonviolenza sa di essere uno strumento al servizio del benessere dei viventi, e non uno scopo in se stessa.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?
- Maria G. Di Rienzo: La giustizia “riparatrice”, in cui offensore ed offeso possono guarire insieme.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica? E cosa alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?
- Maria G. Di Rienzo: La congruità fra mezzi e fini.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?
- Maria G. Di Rienzo: Permette di scoprire e indagare epoche, culture, persone sommerse dalla visione militarista della storia, quelle che non hanno mai smesso di ritessere ciò che la violenza lacera e che sono portatrici di un messaggio di convivenza radicalmente diverso da quel che la storia insegnata a scuola suggerisce.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
- Maria G. Di Rienzo: Come una discussione in cui nessuno è perdente.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene più importanti, e perché?
- Maria G. Di Rienzo: La testimonianza quotidiana, l'azione diretta, l'informazione, perché sono alla portata di chiunque e sono efficaci.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
- Maria G. Di Rienzo: Lavorando su: comunicazione onesta, compassione coraggiosa, pazienza persistente, continua trasformazione, come chiavi di un'esistenza umana.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?
- Maria G. Di Rienzo: Come la ricerca di un modo responsabile, giusto, armonioso e pacifico di vivere insieme.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che più adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Maria G. Di Rienzo: "Azione Nonviolenta", la newsletter “La nonviolenza è in cammino”.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che più adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Maria G. Di Rienzo: Le conosco “ad orecchio”, per cui non mi sento di dare un giudizio.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalità, ininfluenza, inadeguatezza; è così? E perché accade? E come potrebbero migliorare la qualità, la percezione e l'efficacia della loro azione?
- Maria G. Di Rienzo: Che l'impressione sia quella è certo. Che l'impressione corrisponda effettivamente alla sostanza delle cose è meno certo: per quanto riguarda la marginalità sono d'accordo, meno rispetto all'ininfluenza e all'inadeguatezza. La percezione di queste ultime due potrebbe in gran parte essere ascritta al paradigma della “velocità”: poiché le lotte nonviolente sono spesso “a lungo termine” i passi in avanti non sono visti come tali o sembrano minuscoli rispetto alla scala di ciò che si vuole ottenere.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se sì, come?
- Maria G. Di Rienzo: Dovrebbero certamente. Magari smantellando, prima, al loro interno ciò che ha impedito sino ad ora di farlo: e cioè condividendo liberamente e con rispetto responsabilità, capacità, esperienze, dando riconoscimento a tutti/e quelli/e che partecipano allo sforzo collettivo e non solo alle persone maggiormente “pubbliche”, affrontando finalmente le questioni di genere in modo serio (sarebbe sufficiente ascoltare, come inizio).
- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
- Maria G. Di Rienzo: Per il momento, non vedo il modo di acquisirne di nuovi, giacché comporterebbe un impegno finanziario inconcepibile per qualsiasi movimento “dal basso”. Però si potrebbe utilizzare meglio quelli che ci sono già, aprendoli ad altre forme di comunicazione: ad esempio una rivista che organizza un concerto, un gruppo di attivisti che fa un programma radiofonico, ecc.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti tra nonviolenza e movimenti sociali, nonviolenza e istituzioni, nonviolenza e cultura; e ancora: tra nonviolenza e forze politiche, nonviolenza e organizzazioni sindacali, nonviolenza e agenzie della socializzazione; e tra nonviolenza e pratiche artistiche?
- Maria G. Di Rienzo: Sono tutte aree in cui si sono date e si danno esperienze nonviolente, o di accostamento alla nonviolenza; in strutture comunque gerarchiche come partiti, istituzioni e organizzazioni sindacali ci vuole più tempo e pazienza affinché le buone intenzioni si trasformino in qualcosa di concreto, e spesso questo è vero anche per i movimenti sociali.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si è data?
- Maria G. Di Rienzo: Non riesco a pensare ad una relazione affettiva che non sia nonviolenta. Voler bene a qualcuno/a implica non desiderare di fargli/farle del male.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unità dell'umanità: quale relazione e quali implicazioni?
- Maria G. Di Rienzo: “Le nostre vite sono connesse. Apparteniamo ad un cerchio di altri”, disse Barbara Deming. Le implicazioni sono che ci somigliamo: somigliamo a coloro che amiamo, somigliamo a coloro che detestiamo, somigliamo ai nostri alleati ed ai nostri oppositori. Il nostro sguardo si affina, quando sappiamo questo, e chi pratica e studia la nonviolenza finisce per sapere questo.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?
- Maria G. Di Rienzo: La nonviolenza è politica.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?
- Maria G. Di Rienzo: Nella vita quotidiana per me è soprattutto un'attenzione empatica a chi/che cosa ho intorno.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione? E quale relazione tra nonviolenza e cura delle persone con cui si vive?
- Maria G. Di Rienzo: La cura, del territorio e di ogni vivente, è una delle componenti essenziali della nonviolenza.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?
- Maria G. Di Rienzo: La morte rimossa, spettacolarizzata, banalizzata, strumentalizzata è uno dei problemi di percezione della società odierna. La nonviolenza non può ovviamente liberare dal dolore della perdita, ma può insegnare a maneggiarlo meglio, a trasformare ciò che lo accompagna: senso di colpa, paura, depressione e rabbia.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?
- Maria G. Di Rienzo: Gandhi (liberazione dell'India), il movimento per i diritti civili in Usa, Rosenstrasse.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale è lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?
- Maria G. Di Rienzo: Sorprendentemente creativo, anche se non sempre ben organizzato. Ogni mese, da anni, racconto un'esperienza nonviolenta nella rubrica che tengo per “Azione nonviolenta”: non ci crederete, ma ogni mese mi arrovello su quale scegliere, perché ce n'è sempre in abbondanza.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale è lo stato della nonviolenza oggi in Italia?
- Maria G. Di Rienzo: Meno creativo del resto del mondo, direi, un pò più chiuso, non tanto disposto ad osare cose nuove.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: È adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?
- Maria G. Di Rienzo: A me sembra meno proficuo di quanto potrebbe essere. Potremmo migliorarlo incontrandoci di più.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Maria G. Di Rienzo: Poco conosciuta, parecchio fraintesa, sovente mistificata. Per lo più la si confonde/identifica con la fede, il pacifismo o fenomeni esteri.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perché vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza? - Maria G. Di Rienzo: Chi fa informazione corretta nel campo sta lavorando sodo e con passione, ma l'allargamento dello spettro di chi la riceve presenta delle difficoltà. Forse dovremmo sforzarci di collegarla di più e meglio al vivere quotidiano delle persone.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura, nonviolenza e scienze umane, nonviolenza e conoscenza di sè: quali relazioni?
- Maria G. Di Rienzo: “Nessun essere umano dovrebbe essere pensato come altro da noi”, scrisse sempre Barbara Deming. Culture, scienze umane e conoscenza di sè diventano qualcosa di diverso dal solito quando ci si avvicina ad esse partendo da questo principio: si liberano dei paradigmi del dominio, del concetto superiore/inferiore, delle forzature relative alla socializzazione.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?
- Maria G. Di Rienzo: Personalmente, lo studio della nonviolenza mi ha confermato qualcosa che avevo intuito e cercato di afferrare ed esprimere sin da bambina: le parole sono vive, le parole si trasformano, trasformano chi le ascolta, possono essere trasformate da chi le scrive e le pronuncia. Il linguaggio può decrittare se stesso, esponendo le contraddizioni dello stesso male che spesso veicola. Il linguaggio può reinventare se stesso, e il vocabolario può diventare un'azione nonviolenta. (Scusate l'entusiasmo, le parole sono la mia magia ed il mio mestiere...).
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione? Nonviolenza e critica dell'industrialismo; nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra"; nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie; nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilità, scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?
- Maria G. Di Rienzo: La nonviolenza ci chiede di essere coscienti, coerenti, responsabili, aperti, capaci di amore: più riusciamo ad essere tali, meno il nostro stile di vita è violento verso i viventi e l'ambiente, meno il nostro scopo nel maneggiare la giustizia è sopraffazione o vendetta ma sempre più ristabilimento di relazioni bilanciate ed armoniose, meno consideriamo industria ed economia come slegate dall'ecosistema, ecc.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?
- Maria G. Di Rienzo: Chi non vuole o non riconosce “limiti” in realtà sta chiedendo al mondo di salutarlo come tiranno onnipotente. Purtroppo o per fortuna, siamo miliardi su questo pianeta, con miliardi di fratelli e sorelle non umani (verdi e frondosi, a quattro o due zampe, con pinne...) e l'unico modo per avere ed usare le ali della libertà è conoscere la loro condizione aerodinamica, sapere quanto in alto si può salire, e quando sono affollate le corsie fra le nuvole.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?
- Maria G. Di Rienzo: Verso un mondo in cui potremo vivere, amare, lavorare, riposare, creare, morire senza paura.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? E quali possibilità?
- Maria G. Di Rienzo: Fino ad ora, parlo per me, la trovo una buona relazione. Grazie ad internet ho incontrato (anche se solo virtualmente) dozzine e dozzine di straordinarie attiviste, donne di cui non avrei altrimenti neppure sospettato l'esistenza. Ed ho trovato testi, riferimenti bibliografici, resoconti... ho imparato un mucchio di cose. Le possibilità sono ampie (informazione, azione, diffusione), soprattutto quando ci si organizza in reti.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Maria G. Di Rienzo: Ciao, sono una donna di mezza età e mi chiamo Maria Giuseppina Di Rienzo, ho scritto qualche libro da sola e qualche altro in compagnia, studio la nonviolenza e mano a mano quel che imparo se posso lo insegno ad altre/i; mi piace leggere, ascoltare musica, carezzare alberi, animali ed esseri umani; generalmente le persone dicono di me che so ascoltare, che sono una buona conferenziera/trainer, che apprendo velocemente, che ho i piedi per terra e che sono disposta a dare una mano. Ho anche un mucchio di difetti, ma credo in questa sede mi sia concesso ometterli...
Fonte: Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo