Tratto da "La domenica della nonviolenza", n. 68 del 9 aprile 2006
Biografia di Ivan Illich, pensatore originale che ha promosso importanti ed ampie discussioni su temi come la scuola, l'energia, la medicina, il lavoro.
Biografia di Ivan Illich, pensatore originale che ha promosso importanti ed ampie discussioni su temi come la scuola, l'energia, la medicina, il lavoro.
Ivan Illich è nato a Spalato nel 1925; laurea in mineralogia a Firenze, studi ulteriori di psicologia, arte, storia (dottorato a Salisburgo); ordinato sacerdote nel 1951, per cinque anni opera in una parrocchia portoricana a New York, poi è prorettore dell'Università Cattolica di Portorico; a Cuernavaca (Messico) fonda il Cidoc (Centro interculturale di documentazione); docente in varie università, conferenziere, studioso costantemente impegnato nella critica delle istituzioni e nella indicazione di alternative che sviluppino la creatività e dignità umana; pensatore originale, ha promosso importanti ed ampie discussioni su temi come la scuola, l'energia, la medicina, il lavoro. È scomparso nel 2002. Tra le opere di Ivan Illich: Descolarizzare la società, Mondadori; La convivialità, Mondadori, poi Red; Rovesciare le istituzioni, Armando; Energia ed equità, Feltrinelli; Nemesi medica: l'espropriazione della salute, Mondadori, poi Red; Il genere e il sesso, Mondadori; Per una storia dei bisogni, Mondadori; Lavoro-ombra, Mondadori; H2O e le acque dell'oblio, Macro; Nello specchio del passato, Red; Disoccupazione creativa, Red; Nella vigna del testo, Cortina. Raccoglie i materiali di un seminario con Illich il volume Illich risponde dopo "Nemesi medica", Cittadella, Assisi 1978.
Cfr. anche il libro-intervista di David Cayley, Conversazioni con Ivan Illich, Eleuthera, Milano 1994. Utile anche il volume di AA. VV., Le professioni mutilanti, Cittadella, Assisi 1978 (che si apre con un intervento di Illich). Dal medesimo fascicolo di "A. rivista anarchica" riprendiamo anche la seguente scheda su Ivan Illich: "Ivan Illich (1926-2002). Nato nel 1926 a Vienna da un padre di nobili origini dalmate e da una madre ebrea sefardita, fin da piccolo compì frequenti viaggi in Europa e rimase fino all'ultimo un instancabile viaggiatore. La sua formazione avvenne tra Salisburgo, Firenze, Roma, ma Illich non ebbe mai un buon rapporto con le scuole, nè con le discipline. Era sociologo, filosofo, linguista (conosceva una decina di lingue), teologo, ma forse più di ogni altra cosa uno storico delle istituzioni. Dopo la formazione teologica all'Università Gregoriana in Vaticano, fu ordinato prete ed ebbe come primo incarico la cura di una parrocchia a prevalenza portoricana vicino a Manhattan. È lì forse che nel cuore del primo mondo a contatto con i reietti, gli ultimi, cominciò a capire i meccanismi dell'esclusione e dell'alienazione degli individui attraverso l'istituzionalizzazione della vita. Nel 1956 divenne vicerettore dell'Università di Puerto Rico, e nel 1961 fondò il Centro interculturale di documentazione (Cidoc) a Cuernavaca in Messico, un centro in cui passò gran parte dell'intellettualità radicale degli anni Sessanta e Settanta, centro che avrebbe dovuto formare i volontari e missionari per i paesi del terzo mondo. Qui nasce la critica di Illich allo sviluppo, all'idea stessa di paesi in via di sviluppo, condannati a un'eterna povertà dall'impari confronto con i paesi già sviluppati. Contemporaneamente Illich si impegnava contro la guerra, le banche, le grandi corporation, e perciò riuscì facilmente a divenire sospetto alla Cia, al governo americano e al Vaticano. Il Santo Uffizio comincia un procedimento contro di lui e Illich abbandona il proprio abito, la funzione sacerdotale e la Chiesa. Gli anni Settanta furono quelli della notorietà per la pubblicazione dei suoi scritti più noti e polemici sulla critica alle istituzioni, della scuola, della salute, per una rivoluzione nonviolenta verso un modello sociale di convivialità. Nei decenni successivi continuò a lavorare secondo uno stile diverso: conferenze in ogni parte del mondo, brevi saggi che esploravano nuovi campi dei suoi multiformi interessi, seminari interdisciplinari con gruppi di collaboratori scelti al di fuori dell'istituzione accademica, provenienti da ogni parte del mondo, soprattutto alle università di Brema e della Pennsylvania. Ecco alcuni dei temi affascinanti dei suoi ultimi scritti: la velocità, l'esperienza del dolore nella contemporaneità, i mutamenti nello sguardo nell'epoca delle immagini, la mente alfabetizzata e l'impatto con il computer. Tra i suoi libri tradotti in italiano, ma in parte non più disponibili, si possono ricordare: Descolarizzare la società (Mondadori, 1972), La convivialità (Mondadori, 1974), Nemesi medica (Mondadori, 1977), Il genere e il sesso (Mondadori, 1984), Lavoro ombra (Mondadori, 1985), Nello specchio del passato (Red, 1992), Nella vigna del testo (Cortina, 1994). Particolarmente interessante per avere un'immagine del percorso di Illich è il libro Conversazioni con Ivan Illich (a cura di David Cayley), Eleuthera 1994
Cfr. anche il libro-intervista di David Cayley, Conversazioni con Ivan Illich, Eleuthera, Milano 1994. Utile anche il volume di AA. VV., Le professioni mutilanti, Cittadella, Assisi 1978 (che si apre con un intervento di Illich). Dal medesimo fascicolo di "A. rivista anarchica" riprendiamo anche la seguente scheda su Ivan Illich: "Ivan Illich (1926-2002). Nato nel 1926 a Vienna da un padre di nobili origini dalmate e da una madre ebrea sefardita, fin da piccolo compì frequenti viaggi in Europa e rimase fino all'ultimo un instancabile viaggiatore. La sua formazione avvenne tra Salisburgo, Firenze, Roma, ma Illich non ebbe mai un buon rapporto con le scuole, nè con le discipline. Era sociologo, filosofo, linguista (conosceva una decina di lingue), teologo, ma forse più di ogni altra cosa uno storico delle istituzioni. Dopo la formazione teologica all'Università Gregoriana in Vaticano, fu ordinato prete ed ebbe come primo incarico la cura di una parrocchia a prevalenza portoricana vicino a Manhattan. È lì forse che nel cuore del primo mondo a contatto con i reietti, gli ultimi, cominciò a capire i meccanismi dell'esclusione e dell'alienazione degli individui attraverso l'istituzionalizzazione della vita. Nel 1956 divenne vicerettore dell'Università di Puerto Rico, e nel 1961 fondò il Centro interculturale di documentazione (Cidoc) a Cuernavaca in Messico, un centro in cui passò gran parte dell'intellettualità radicale degli anni Sessanta e Settanta, centro che avrebbe dovuto formare i volontari e missionari per i paesi del terzo mondo. Qui nasce la critica di Illich allo sviluppo, all'idea stessa di paesi in via di sviluppo, condannati a un'eterna povertà dall'impari confronto con i paesi già sviluppati. Contemporaneamente Illich si impegnava contro la guerra, le banche, le grandi corporation, e perciò riuscì facilmente a divenire sospetto alla Cia, al governo americano e al Vaticano. Il Santo Uffizio comincia un procedimento contro di lui e Illich abbandona il proprio abito, la funzione sacerdotale e la Chiesa. Gli anni Settanta furono quelli della notorietà per la pubblicazione dei suoi scritti più noti e polemici sulla critica alle istituzioni, della scuola, della salute, per una rivoluzione nonviolenta verso un modello sociale di convivialità. Nei decenni successivi continuò a lavorare secondo uno stile diverso: conferenze in ogni parte del mondo, brevi saggi che esploravano nuovi campi dei suoi multiformi interessi, seminari interdisciplinari con gruppi di collaboratori scelti al di fuori dell'istituzione accademica, provenienti da ogni parte del mondo, soprattutto alle università di Brema e della Pennsylvania. Ecco alcuni dei temi affascinanti dei suoi ultimi scritti: la velocità, l'esperienza del dolore nella contemporaneità, i mutamenti nello sguardo nell'epoca delle immagini, la mente alfabetizzata e l'impatto con il computer. Tra i suoi libri tradotti in italiano, ma in parte non più disponibili, si possono ricordare: Descolarizzare la società (Mondadori, 1972), La convivialità (Mondadori, 1974), Nemesi medica (Mondadori, 1977), Il genere e il sesso (Mondadori, 1984), Lavoro ombra (Mondadori, 1985), Nello specchio del passato (Red, 1992), Nella vigna del testo (Cortina, 1994). Particolarmente interessante per avere un'immagine del percorso di Illich è il libro Conversazioni con Ivan Illich (a cura di David Cayley), Eleuthera 1994