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La Fondazione Finanza Etica (FFE) partecipa oggi per la seconda volta all'assemblea degli azionisti di Leonardo-Finmeccanica, il principale produttore italiano di armamenti il cui maggiore azionista è il Ministero del Tesoro italiano con il 30,2%. «Interverremo come azionisti critici con il sostegno del movimento pacifista Rete Italiana per il Disarmo di cui siamo soci fondatori», spiega Andrea Baranes, presidente di FFE, fondata nel 2003 da Banca Etica.

Calorosa accoglienza agli Hibakusha (sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki) in viaggio con la Peace Boat da parte delle organizzazioni pacifiste nazionali e sarde. Cagliari è stata l'unica tappa italiana del tour 2017.

Rete Disarmo: tendenza che alimenta i conflitti, servirebbe invece più controllo e maggiore responsabilità

Crescono vertiginosamente le autorizzazioni all'export militate italiano: 14,6 miliardi di euro (+85% rispetto al 2015, +452% rispetto al 2014). Il valore delle esportazioni effettive si attesta sui 2,85 miliardi, in linea con il passato, ma gli effetti delle autorizzazioni 2016 si vedranno nei prossimi anni. Pesa la mega-commessa (oltre 7 miliardi) di caccia Eurofighter per il Kuwait, ma tra i principali Paesi destinatari troviamo anche Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Pakistan, Angola, Emirati Arabi Uniti. Oltre il 60% delle nostre armi finirà a Paesi fuori da UE e NATO.

Diffusi i dati SIPRI per il 2016: la spesa militare mondiale si è attestata sui 1.686 miliardi di dollari, con incremento dello 0,4% annuo in termini reali. La spesa militare e cresciuta in Nordamerica per la prima volta dal 2010 mentre per quanto riguarda l'Europa occidentale si cresce per il secondo anno consecutivo, la Cina continua a far registrare aumenti robusti. In flessione i paesi produttori di petrolio.

Come già mostrato dai dati recentemente diffusi dall'Osservatorio Milex anche il SIPRI registra aumento degli investimenti militari italiani (la maggiore crescita europea registrata dall'istituto svedese). La Campagna mondiale sulla spesa militare (GCOMS) e la Rete Disarmo chiedono di spostare gli ingenti fondi su utilizzi più socialmente utili.

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