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Facciamo pace - noi e i militari - in Afghanistan

Ho appena rivisitato la home page della Perugia-Assisi.
Peppe Sini ed il Centro di Viterbo ci devono spiegare dove ce la trovano l'opposizione alla guerra in Afhanistan.
Sul programma della marcia ci trovo scritto invece "facciamo pace in Afghanistan", che è tutt'altra cosa: è una formula ambiguissima: da generale potrei affermare che è proprio quello per cui mi sto impegnando con il mio intervento bellico. Facciamo pace chi? noi e i militari insieme? E come?
Devo scomodare il solito Tacito: "Hanno creato il deserto, e l'hanno chiamato pace"?
Non a caso alla ribalta del sito sta il sondaggio sulla giustezza o meno del dialogo con i militari...
Spero di essere smentito da qualche comunicato di Lotti che deve essermi sfuggito.
Mi dà il permesso di proclamare urbi et orbi che questa sua iniziativa, nello stigmatizzare tutte le guerre, è una chiamata all'opposizione proprio a questo intervento italiano in Afghanistan?
Io glie lo chiedo ufficialmente, vediamo se mi risponde.
Ma comunque sia, per adesso, sul biglietto da visita del sito www.perlapace.it sicuramente l'opposizione alla guerra vera che più impegna direttamente il nostro Paese (e quindi la nostra responsabilità concreta di cittadini) non la vedo citata.
Leggo su "Il Manifesto" di oggi che il Presidio Permanente di Vicenza non partecipa a questa marcia perchè la ritiene una "passerella". Dichiara Cinzia Bottene: "Alla Perugia-Assisi il primo slogan avrebbe dovuto essere No Dal Molin".
Io penso invece che sullo striscione di apertura avremmo dovuto trovare scritto: "Via le truppe italiane dall'Afghanistan. La pace si costruisce con la Nonviolenza".
Altra assenza molto significativa ed importante, riportata dal quotidiano, è quella di Emergency.
Giulio Marcon scrive poi alcune considerazioni che sottoscrivo:
"Al pacifismo di oggi, oltre alla scarsa capacità di misurarsi sul terreno della politica estera... manca una significativa dose di radicalità e noncollaborazione...
Eppure, oggi, di essa ci sarebbe bisogno: contro le spese militari, contro i provvedimenti a danno dei migranti, contro le discriminazioni sui temi dei diritti civili, contro l'interventismo militare... "
E ancora propone altri punti di un'agenda su cui mobilitarsi e ricostruirsi l'identità: "la privatizzazione della difesa (come negli Stati Uniti), la questione della militarizzazione del territorio (ovvero le basi) e della società (con i militari adibiti a funzioni di ordine pubblico), la demolizione in corso del servizio civile, il tema dell'industria militare e della sua riconversione, l'impegno per la lotta al razzismo e alle discriminazioni, e altro ancora...."
Io in quell'altro cui accenna Marcon ci metterei l'opposizione ai piani nucleari in Italia ed in Europa, il referendum sull'acqua, una campagna europea per il reddito di cittadinanza.
Il Centro di Viterbo presenta questa marcia Perugia-Assisi come se l'avesse indetta esso stesso con le sue proprie parole d'ordine.
Questo, in linea generale, non è un modo corretto di agire.
Sarebbe più logico e giusto che spiegasse perchè la ritiene invece una occasione in cui i suoi particolari contenuti e la sua particolare visione possono trovare spazio.
Questo appropriarsi indebitamente del lavoro altrui per metterci il proprio cappello sopra (un berrettuccio tra l'altro di mosca cocchiera) lo trovo sinceramente insopportabile...
I "tonologi" si facciano sentire e diano qualche dritta di galateo politico al Centro di ricerca per la pace ..
Personalmente - lo ripeto - nell'impegno "contro le armi, contro tutte le persecuzioni, le devastazioni, le ingiustizie" mi sento più convocato dai funerali di Mariarca Terracciani che non da questa marcia. Funerali a cui disgraziatamente non posso partecipare, come avrei voluto con tutto il cuore.
Evidentemente la mia scelta per la nonviolenza non è abbastanza nitida e la mia volontà non è abbastanza buona nè il mio sentire è abbastanza retto... (sto parlando del mio senso di colpa per Mariarca, se non lo avete capito).
Me ne farò una ragione... sperando però con tutta sincerità di essere smentito, per quanto riguarda la perugia-Assisi, da Flavio Lotti in persona con un linguaggio sì-sì, no no (vale a dire sì che significa sì e  no che significa no).
Se mi trovo a non dovere credere ai miei occhi e alle mie orecchie è infatti grazie al Centro di Viterbo e alle affermazioni contenute in comunicati come quelli che riporto sotto ...

Alfonso Navarra - obiettore alle spese militari e nucleari