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La nonviolenza oggi in Italia: Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Andrea Cozzo

Pubblichiamo questa intervista fatta da Paolo Arena e Marco Graziotti a Andrea Cozzo, docente universitario di cultura greca, studioso e amico della nonviolenza, promotore dell'attività didattica e di ricerca su pace e nonviolenza nell'ateneo palermitano, tiene da anni seminari e laboratori sulla gestione nonviolenta dei conflitti, ha pubblicato molti articoli sulle riviste dei movimenti nonviolenti, fa parte del comitato scientifico dei prestigiosi "Quaderni Satyagraha".

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Questo ciclo di interviste verrà utilizzato nei momenti formativi realizzati dall'Associazione.


- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come è avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Andrea Cozzo: Quello con la nonviolenza è stato un incontro prima de facto, e poi anche teorico e consapevole. Mi spiego meglio: ho scoperto solo in seguito che alcune pratiche, fatte di conflittualità ferma ma rispettosa dell'avversario e senza alcun tentativo di usare mezzi eticamente disomogenei rispetto al fine, che avevo attuato durante un'occupazione universitaria e immediatamente dopo, corrispondevano pienamente a quella che era l'esperienza di lotta gandhiana. La bellezza e l'efficacia di questo tipo di lotta - lotta per, piuttosto che lotta contro - mi ha indotto a documentarmi ulteriormente e a leggere le opere di Gandhi e degli altri maestri della nonviolenza.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalità della nonviolenza hanno contato di più per lei, e perché?

- Andrea Cozzo: Per la verità, se la prima figura ad attrarmi è stata quella di Gandhi, poi non sono state meno esemplari, per me, quelle di Martin Luther King, Danilo Dolci, Aldo Capitini...

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Andrea Cozzo: Forse ciascuno/a di noi è sensibile a letture differenti da quelle a cui sono sensibili altri/e; tuttavia, credo che Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi possa essere un libro indicato per tutti. Difficile anche scegliere tra i libri di nonviolenza indispensabili: sinceramente, tra quelli delle figure che ho citato prima non mi sento di escluderne nessuno come meno necessario di un altro.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con più impegno?

- Andrea Cozzo: Non credo che ci sia un'iniziativa più importante di un'altra: ce ne può essere una più urgente di un'altra ma non una più significativa di un'altra. Il centro del mondo è in ogni luogo e ogni impegno di nonviolenza contribuisce a migliorare il mondo.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene più necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Andrea Cozzo: Credo di avere già risposto. Quello che posso aggiungere è che è bene che ognuno si dedichi a ciò che - lei o lui - ritiene più necessario o più urgente o semplicemente più adeguato a sè.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Andrea Cozzo: Cito senza pensarci su e senza ritornare sulla domanda, altrimenti rischio non di "segnalare", ma di "elencare". Ecco dunque cosa mi viene in mente di primo acchito: il  Movimento Nonviolento, il Centro Gandhi di Pisa, il Movimento Internazionale della Riconciliazione (Mir), il Centro di ricerca per la pace, Beati i costruttori di pace, Un ponte per...

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Andrea Cozzo: Intendo la nonviolenza come una forma di lotta comunicativa, cioè capace di non far sentire l'avversario messo all'angolo o costretto ad aumentare il livello della violenza bensì, al contrario, ad abbassarlo, e, contemporaneamente capace di con-vincerlo anziché di vincerlo. A fondamento di questa lotta ci stanno: la separazione tra azione (contro cui lottare) e persona (da rispettare sempre), la considerazione dell'omologia tra mezzi e fini (non la logica de "il fine giustifica i mezzi", bensì quella secondo cui "quale la natura etica del fine, tale la natura etica del mezzo").

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Andrea Cozzo: Considero il femminismo l'esempio più chiaro di lotta nonviolenta nel mondo occidentale.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Andrea Cozzo: Ecologia e nonviolenza sono in qualche modo sinonimi: entrambe queste pratiche sono rispettose della complessità della realtà e dell'interconnessione di tutte le sue parti; entrambe sono pratiche "gentili", attente alla relazione e all'ascolto - della natura, dell'altro, di sè.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Andrea Cozzo: Ritengo la nonviolenza la via maestra per il riconoscimento internazionale dei diritti umani - non dei "Diritti Umani" astratti e disegnati dall'Occidente su propria misura, ma dei diritti umani considerati tali dalle comunità umane in dialogo tra loro nella pratica concreta dell'intercultura di cui parla, per esempio, Raimon Panikkar.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Andrea Cozzo: Qualche anno fa, a Palermo, abbiamo organizzato un convegno proprio su questo argomento. Ne è nato un volumetto, curato da Vincenzo Sanfilippo, dal titolo "Nonviolenza e mafia. Idee ed esperienze per un superamento del sistema mafioso" (Edizioni DG, Trapani 2005). In esso, dopo una attenta ed utilissima analisi teorica del possibile contributo della nonviolenza in questo campo si è trattato, tra l'altro, dei modi possibili per rilanciare l'antimafia (e del rapporto tra nonviolenza e antimafia), delle prospettive della giustizia rigenerativa nell'ambito in questione, dell'importanza di passare da una cultura della legalità ad una cultura della responsabilità e dei mezzi che offre il concetto di Difesa popolare nonviolenta.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Andrea Cozzo: Sono convinto che solo una seria conduzione di lotte nonviolente - peraltro già altre volte praticate dal movimento operaio già a partire dall'Ottocento - potrà portare alla liberazione di tutti gli oppressi, specialmente nel periodo attuale della globalizzazione.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Andrea Cozzo: Vedi risposta precedente.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo? E tra nonviolenza e antimilitarismo? E tra nonviolenza e disarmo?

- Andrea Cozzo: Rispondo alle tre domande in questo modo: mentre l'antimilitarismo, il disarmo e il pacifismo sono delle ideologie contro la guerra e i suoi strumenti di morte, la nonviolenza è una forma di lotta attiva, cioè per la concreta "costruzione di pace con mezzi di pace", per dirla con Johan Galtung.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Andrea Cozzo: C'è bisogno di una formazione alla nonviolenza dei giornalisti; c'è bisogno di un giornalismo che avvicini le persone facendole solidarizzare nella sofferenza e lottare per la giustizia; di un giornalismo che non "pacifichi" gli animi, che non sia irenistico o per la "pace sociale", bensì, proprio al contrario, che metta in grado di esercitare un'azione conflittuale consapevole e non disumanizzante.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Andrea Cozzo: La nonviolenza fa ritornare la filosofia alle sue origini, sia occidentali sia orientali, eminentemente pratiche; la ri-orienta, cioè, in direzione dei comportamenti concreti anziché, come spesso si è ridotta ad essere negli ultimi due secoli, in direzione della speculazione astratta.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni? E cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Andrea Cozzo: In tutti e due i casi proposti dalle domande la nonviolenza invita all'apertura (si ricordino le nozioni, e le pratiche, di "religione aperta" e di "educazione aperta", proposte da Capitini).

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Andrea Cozzo: Nonviolenza in economia significa, a mio parere: ecologia, riscoperta della pratica del dono, organizzazione cooperativa.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Andrea Cozzo: La consapevolezza che la legge di coscienza è superiore a quella dello Stato, ma che essa va affermata attraverso l'aperta disubbidienza civile e non attraverso la nascosta violazione delle leggi.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Andrea Cozzo: Attenzione e prudenza.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Andrea Cozzo: La consapevolezza che la scienza e la tecnologia non possono essere valori superiori o contrari a quelli dei rapporti umani e della libertà religiosa, politica ecc.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Andrea Cozzo: In campo storiografico c'è ancora tutta una rivoluzione copernicana da mettere in pratica; la ricerca sulle lotte nonviolente, che mostri la non naturalità della violenza come mezzo per risolvere i conflitti, è appena agli inizi...

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Andrea Cozzo: Libertà di ciascuno senza ostacolo per nessuno.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene più importanti, e perché?

- Andrea Cozzo: La disubbidienza civile e la noncollaborazione, sempre coniugate con un atteggiamento il più possibile empatico.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che più adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Andrea Cozzo: Molte riviste promuovono bene la conoscenza della nonviolenza: per esempio, "Azione nonviolenta", "Quaderni Satyagraha", "Vita", "Mosaico di pace"...

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che più adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Andrea Cozzo: Il corso di laurea in Scienze per la pace di Pisa e quello in "Operatori di pace" di Firenze.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalità, ininfluenza, inadeguatezza; è così? E perché accade? E come potrebbero migliorare la qualità, la percezione e l'efficacia della loro azione? E ancora: dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se sì, come? E infine: dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Andrea Cozzo: Tutti gli elementi messi in rilievo nelle domande precedenti sono certamente importanti per la diffusione della nonviolenza, ma credo che un salto di qualità particolare avverrà quando la nonviolenza diventerà una conoscenza anche scolastica; il che è in qualche modo anche un problema, perché a scuola si trasmettono, cioè si impongono, saperi e competenze da qualcuno a qualcun altro, laddove la nonviolenza - nemmeno la conoscenza della nonviolenza - non può e non deve essere imposta e trasmessa, ma proposta, mostrata, esemplificata nei comportamenti dei docenti stessi. In ogni caso, sono convinto che: 1) la diffusione della conoscenza della nonviolenza ha tempi lunghi, e tuttavia, 2) il passo più importante, quello dell'inizio della sua diffusione, è stato già fatto.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali, nonviolenza e istituzioni, nonviolenza e cultura, nonviolenza e forze politiche, nonviolenza e organizzazioni sindacali, nonviolenza e agenzie della socializzazione: quali rapporti?

- Andrea Cozzo: La nonviolenza è forza dal basso, è il "potere di tutti" (Capitini), è socialità.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Andrea Cozzo: La secessione dei plebei di fronte al predominio dei patrizi a Roma; le lotte di Gandhi e di Martin Luther King, il femminismo, tutte le altre che ci sono state e ci sono oggi nel mondo.

 

Fonte: Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo