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La nonviolenza oggi in Italia: Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Ansilemo Palini

Pubblichiamo, come approfondimento alla nonviolenza, questa intervista, a Anselmo Palini, docente che ha approfondito soprattutto i temi della pace, dell’obiezione di coscienza, dei diritti umani,  realizzata da Paolo Arena e Marco Graziotti, della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Questo ciclo di interviste verrà utilizzato nei momenti formativi realizzati dall'Associazione.


- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come è avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Anselmo Palini: Durante gli ultimi anni delle superiori e in particolare all’università ho iniziato ad accostare le tematiche della nonviolenza, anche perché poi, siamo a circa trent’anni fa, mi si poneva la scelta fra servizio militare e servizio civile (si facevano allora venti mesi). La mia tesi di laurea all’università è stata su “I primi cristiani, la guerra e il servizio militare”. È evidente che poi ho scelto di fare servizio civile.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalità della nonviolenza hanno contato di più per lei, e perché?

- Anselmo Palini: Oltre naturalmente ai padri della nonviolenza, Gandhi e Martin Luther King, all’inizio sono stato affascinato dalla figura di Massimiliano di Tebessa, il giovane cristiano del III secolo che si rifiutò di entrare nell’esercito romano. Poi in particolare ho approfondito e amato coloro che, soprattutto nel Novecento, hanno rifiutato di collaborare con i sistemi totalitari, come il contadino austriaco Franz Jagerstatter, uno dei pochi obiettori di coscienza all’esercito tedesco.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Anselmo Palini: Naturalmente i testi di Gandhi e di Martin Luther King. Un testo a mio parere assolutamente straordinario è poi quello di Primo Mazzolari: Tu non uccidere, editrice la Locusta (ora edito dalle Paoline). E poi i testi che raccontano le testimonianze di coloro che si sono opposti alla guerra e alla violenza con le armi della nonviolenza. Questo è anche il mio impegno personale: far conoscere sempre più i testimoni di pace e di nonviolenza, attraverso libri e articoli su riviste. I testi in cui racconto di questi testimoni sono: Voci di pace e di libertà. Nel secolo delle guerre e dei genocidi, editrice Ave, Roma 2007; Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni, editrice Ave, Roma 2009 (II ristampa), Primo Mazzolari. Un uomo libero, editrice Ave, Roma 2009.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con più impegno?

- Anselmo Palini: Sicuramente quelle di Vicenza, relative alla base americana.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene più necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Anselmo Palini: Innanzitutto nel campo dell’educazione, al fine di trasmettere sempre più alle nuove generazioni i principi della nonviolenza e far conoscere i “profeti” della nonviolenza; poi nel campo del rispetto dell’ambiente e in quello della risoluzione dei conflitti fra nazioni.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Anselmo Palini: Segnalerei le attività del Movimento Nonviolento e di Pax Christi, nonché quelle delle varie “Scuole di pace” sparse per l’Italia.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Anselmo Palini: La nonviolenza va vista sotto due diversi aspetti: come stile di vita e come tecnica d’azione per opporsi al male. La definizione più bella di nonviolenza è quella che ha dato Thomas Merton: la nonviolenza è un atto di fiducia nell’uomo e di fede in Dio. Una testimonianza che Dio è amore e che i rapporti fra l’uomo e Dio e degli uomini fra di loro devono essere rapporti d’amore.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Anselmo Palini: La nonviolenza non riguarda solo il rispetto che si deve ad ogni persona, ma anche all’ambiente, che è la casa comune.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Anselmo Palini: La nonviolenza intesa come concezione della vita basata sul rispetto e sulla tolleranza abbraccia i rapporti fra tutti gli esseri umani. La nonviolenza intesa come tecnica può essere usata nelle lotte per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli uomini.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Anselmo Palini: La nonviolenza educa alla responsabilità e all’assunzione di comportamenti responsabili. Questa è la prima forma di lotta alla mafia: ognuno si deve assumere la responsabilità di ciò che fa o che lascia fare. È il famoso “I care” di don Milani.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Anselmo Palini: Il rapporto è molto chiaro e preciso: le lotte sindacali e quelle delle classi sociali più deboli possono diventare più incisive se viene utilizzata la nonviolenza come metodo d’azione.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Anselmo Palini: La violenza utilizzata nelle lotte di liberazione ha sempre comportato il pagamento di prezzi altissimi. Anche solo da questo punto di vista, e l’esempio gandhiano è illuminante, la nonviolenza può essere una strada praticabile.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Anselmo Palini: La nonviolenza non può che volere una situazione sempre maggiore di pace e di rispetto fra le persone e i popoli.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

- Anselmo Palini: La nonviolenza indica una strada assolutamente opposta a quella delle armi e delle guerre. Pertanto il nonviolento non può non essere anche antimilitarista. In questo senso la “Lettera ai cappellani militari” e la “Lettera ai giudici” di don Milani sono assolutamente moderne.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Anselmo Palini: Tra le “utopie” di un  nonviolento vi è sicuramente anche quella del disarmo, ossia di un mondo senza armi. La logica delle armi ha sempre prodotto disastri e devastazioni, oltre che enorme spreco di risorse. Da qui la necessità di camminare sempre più speditamente sulla strada del disarmo. Una forma di disarmo da diffondere è anche quella dello spirito; troppa bellicosità caratterizza ad esempio i rapporti politici in Italia. L’avversario è diventato un nemico.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Anselmo Palini: La nonviolenza si basa sulla verità e sulla nonmenzogna, allo stesso modo l’informazione deve essere al servizio non dei potentati economici e politici, ma della verità.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Anselmo Palini: L’apporto è molto importante poiché, come ci ha insegnato Gandhi, ripreso anche da Norberto Bobbio, si è spinti a riflettere sul rapporto fra mezzi e fini.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Anselmo Palini: Le religioni sono di per sè realtà di pace e debbono sempre più manifestare questa propria peculiare caratteristica in modo esplicito e pubblico. La nonviolenza può provocare le religioni in questa direzione.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Anselmo Palini: Può indicare nei fini dell’educazione anche l’educazione alla pace e alla soluzione nonviolenta dei conflitti.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Anselmo Palini: La centralità non del profitto o del capitale, ma del benessere della persona.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Anselmo Palini: Apporta la necessità di porre sempre in relazione il fine e i mezzi: come ha insegnato Gandhi, il fine sta nei mezzi, come l’albero nel seme. Inoltre è uno stimolo a tener sempre presente che al centro del diritto e delle leggi vi è la persona umana.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Anselmo Palini: Come ci ha insegnato anche Alex Langer, la nonviolenza deve fare del "non uccidere" un imperativo categorico e pertanto questo applicarlo anche nel campo della bioetica. Il rispetto delle leggi della natura e del ciclo vitale è un cardine della nonviolenza. La natura non va violentata, così anche la vita dell’uomo non può essere ridotta a pratica di laboratorio aperta a tutte le sperimentazioni possibili. Anche Norberto Bobbio ha delle pagine molto chiare su questi aspetti e sul “non uccidere” applicato anche alla vita nascente.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Anselmo Palini: La centralità della persona e non dell’interesse scientifico o tecnologico: la persone è sempre un fine, mai un mezzo o una cavia.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Anselmo Palini: Può aiutare a guardare alla storia non solo come doverosa “memoria del male” che è stato compiuto, ma anche come “memoria del bene”, ossia delle azioni di pace e di nonviolenza che nel corso della storia singoli e gruppi hanno compiuto. È quanto ci invita a fare anche Tzvetan Todorov nel suo libro Memoria del male, tentazione del bene, edito da Garzanti.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Anselmo Palini: Il consenso non va estorto, per cui la nonviolenza come forma di pressione deve aver ben presente che non può diventare una sorta di ricatto. Ad esempio lo sciopero della fame ad oltranza per ottenere qualcosa è una forma di ricatto inaccettabile. Gandhi digiunava per convincere i suoi a non usare la violenza e a non reagire alle provocazioni. Non ha mai digiunato per scacciare gli inglesi dall’India. Cioè, per essere espliciti, gli scioperi della fame attuati da certe personalità politiche italiane sono forme di ricatto, non pratiche nonviolente.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Anselmo Palini: Come studio dei fondamenti della nonviolenza e come analisi delle esperienze storiche che vanno nella direzione della nonviolenza. Inoltre estremamente importante è far conoscere la vita e il pensiero dei maestri della nonviolenza.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che più adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Anselmo Palini: Certamente le riviste dei gruppi nonviolenti. Poi i libri dei maestri della nonviolenza. Infine le nuove ricerche e i nuovi studi che cercano di far conoscere il pensiero e la vicenda biografica dei testimoni di pace e  di nonviolenza.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che più adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Anselmo Palini: Sicuramente i corsi di studio che in varie università permettono di approfondire i temi della pace, della nonviolenza e dei diritti umani. Penso a Padova, a Pisa e altrove. Sarebbe interessante promuovere dei dottorati di ricerca sui temi della pace e della nonviolenza.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalità, ininfluenza, inadeguatezza; è così? E perchè accade? E come potrebbero migliorare la qualità, la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Anselmo Palini: Devono uscire da una logica a volte troppo autoreferenziale per collegarsi e coordinarsi. Devono farsi conoscere maggiormente utilizzando tutti gli strumenti che i media mettono a disposizione: riviste, quotidiani locali, radio, tv locali, ecc.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Anselmo Palini: Debbono cercare di farsi conoscere non solo tra i propri associati, bensì tra più ampie fasce di popolazione, utilizzando in modo più puntuale e costante le possibilità che i media mettono a disposizione o creandone altre.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?

- Anselmo Palini: La nonviolenza ha il grande compito di diffondere una cultura della pace e di promuovere quegli autori che si impegnano in tale direzione.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?

- Anselmo Palini: I gruppi nonviolenti dovrebbero porre all’attenzione delle forze politiche alcuni contenuti, come ad esempio l’aumento delle spese militari italiane in un periodo di crisi o la proposta di legge che vuole istituire una sorta di “brevi corsi nelle forze armate”, definiti da Flavio Lotti della Tavola per la pace come dei corsi per “nuovi balilla”. Allo stesso modo si dovrebbe porre alle forze politiche il problema di un eccessiva violenza verbale nei rapporti tra di loro.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?

- Anselmo Palini: Il mondo nonviolento deve avere stretti rapporti con la realtà sindacale ad esempio per porre in modo sempre più stringente il problema dell’industria bellica e della sua riconversione.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

- Anselmo Palini: La nonviolenza è uno stile di vita, pertanto la quotidianità deve ispirarsi a tale stile, fatto di sobrietà, rispetto degli altri, attenzione, tolleranza.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?

- Anselmo Palini: In questi anni le pratiche invasive hanno fortemente interessato il nostro territorio. C’è stata un’edificazione eccessiva, senza rispetto dell’equilibrio ambientale. La nonviolenza deve educare a un maggior rispetto dell’ecosistema e del territorio nel suo complesso, al fine di non alterare l’equilibrio fra uomo e ambiente.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Anselmo Palini: In tempi recenti io penso che la maggiore esperienza storica sia stata quella legata alla caduta dei regimi comunisti nell’est europeo, avvenuta di fatto senza colpo ferire e con la mobilitazione di milioni di persone. Il sindacato Solidarnosc è stato in questo senso un esempio assolutamente significativo.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale è lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?

- Anselmo Palini: È uno stato di sofferenza in quanto nelle varie crisi internazionali le opzioni offerte dalla nonviolenza non sono prese in considerazione.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale è lo stato della nonviolenza oggi in Italia?

- Anselmo Palini: La nonviolenza nel nostro Paese deve far sentire maggiormente la propria voce, utilizzando tutti i mezzi che ha a disposizione. Altrimenti rischia la marginalità.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Anselmo Palini: Oggi in Italia di nonviolenza si parla soprattutto tra gli addetti ai lavori.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perché vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Anselmo Palini: Come già più volte detto, sfruttare tutte le possibilità che i media offrono, utilizzare internet, scrivere sulle riviste, pubblicizzare le proprie iniziative sui quotidiani locali ecc.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

- Anselmo Palini: Nonviolenza significa rispetto di tutte le culture, dunque atteggiamento di apertura e di confronto nell’ottica di un arricchimento reciproco.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?

- Anselmo Palini: La violenza verbale è molto diffusa e va combattuta. Il linguaggio pertanto deve purificarsi come lessico ma anche deve essere utilizzato senza mai avere come fine la distruzione dell’interlocutore o la sua demonizzazione. Il linguaggio deve avere di mira la verità e la trasparenza.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?

- Anselmo Palini: La nonviolenza sostiene i principi dell’equilibrio, della sobrietà, del consumo responsabile. Da qui deriva uno stile di vita conseguente, basato sul rispetto per la natura e le cose, sul rifiuto del consumismo e sulla pratica della sobrietà.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?

- Anselmo Palini: La nonviolenza ha nel proprio dna il rispetto per gli esseri viventi e per l’ambiente in ci si trovano. Pertanto non può che sostenere tutto ciò che va in questa direzione.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?

- Anselmo Palini: La nonviolenza comporta l’impegno a creare comunità solidali e tolleranti, aperte e responsabili.

Combatte dunque l’indifferenza e tutte le forme di paura e di intolleranza nei confronti degli stranieri e dei diversi.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilità, scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?

- Anselmo Palini: La nonviolenza ha connaturato in sè il rispetto dell’altro, la giustizia, la responsabilità, la misericordia. La prima conseguenza di tutto ciò riguarda da un lato l’educazione alla legalità e dall’altro uno sguardo comunque sempre misericordioso verso chi sbaglia.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Anselmo Palini: Il senso di onnipotenza è connaturato al pensiero e al mondo occidentale. Far riflettere sul concetto del limite può portare la nonviolenza anche a far riflettere sulla necessità di non violentare la realtà in cui viviamo.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Anselmo Palini: Nella direzione di un mondo più solidale, equo, responsabile, tollerante, giusto.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilità?  - Anselmo Palini: Internet è uno strumento fondamentale per la diffusione della nonviolenza. Pertanto va utilizzato in questa fondamentale direzione.

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Anselmo Palini: Vi allego la quarta di copertina del mio ultimo libro: Anselmo Palini. Coniugato, tre figli, vive e lavora in provincia di Brescia. È docente di materie letterarie nella scuola superiore. Nei suoi studi ha approfondito soprattutto i temi della pace, dell’obiezione di coscienza, dei diritti umani. Più recentemente ha preso in esame le problematiche connesse con i totalitarismi nel XX secolo, ricercando in particolare le testimonianze di chi si è opposto a tali sistemi dittatoriali. Tra i suoi testi: Le carte dei diritti, editrice La Scuola, Brescia 2003; Bambini e ragazzi nel mondo. I diritti affermati, i diritti negati, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2000. Con l’editrice Ave ha pubblicato: Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni (2005), prefazione di Franco Cardini, premio Capri San Michele 2006 sezione Giovani; Voci di pace e di libertà. Nel secolo delle guerre e dei genocidi (2007), prefazione di Paolo Giuntella; Primo Mazzolari. Un uomo libero (2009), con postfazione di mons. Loris Francesco Capovilla. Ha pubblicato inoltre articoli, saggi e inserti su varie riviste, tra cui "Mosaico di pace", "Azione nonviolenta", "Scuola italiana moderna", "Scuola e didattica", "Nuova secondaria", "Humanitas", "Dialoghi", "Nuova umanità", "Vita e pensiero", "Formazione e lavoro". Altri testi in uscita per novembre 2010: Sui sentieri della profezia. I rapporti fra Giovanni Battista Montini - Paolo VI e Primo Mazzolari, edizioni Messaggero di Padova; Oscar Romero. “Ho udito il grido del mio popolo”, editrice Ave di Roma.

Fonte: Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo