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Il prezzo dei beni alimentari cresce rapidamente, dando un contributo decisivo all'aumento dell'inflazione. Ma da cosa dipende questo aumento?

Possiamo escludere che discenda dal costo della manodopera nella filiera della produzione e della distribuzione alimentare perché tutti i dati indicano la presenza di salari molto bassi in tali settori, dove peraltro esistono diffuse forme di capolarato.

Certamente pesano i vari passaggi presenti nella filiera che cercano margini e altrettanto rilevante è il prezzo dell'energia per i trasporti.

Ma un ruolo centrale hanno le speculazioni finanziarie sui prezzi delle materie prime alimentari, un tema su cui bisognerebbe intervenire.

Provo a descrivere cosa avviene, semplificando una questione assai complessa.

Secondo l’indagine condotta dall’Ocse , l’Italia è l’unico Paese Europeo dove nell’arco degli ultimi 30 anni lo stipendio annuale medio di chi ha un lavoro dipendente , è diminuito del 2,9%, quello delle pensioni del 15%, mentre gli stipendi dei “top manager” sono incrementati fino a 649 volte quello di un operaio.

I dati Istat ripresi anche dalla Caritas ci dicono che nell’arco di 15 anni (2007 2022) in Italia poveri assoluti che non hanno cibo a sufficienza sono triplicati passando da 1,8 milioni a 5,6 milioni di persone, quelli che sono a rischio povertà assoluta e non arrivano alla fine de mese sono passati da 5 milioni a 15 milioni di persone .

Ben ci sta. Ce li siamo meritati. Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana sono il biglietto da visita ideale della destra che assume la guida dei due rami del Parlamento. Ideale, perché solo gli smemorati potevano credere alla favoletta della “morte delle ideologie”. Il nazionalismo è vivo e vegeto, semmai è l’internazionalismo a non passarsela troppo bene in tempo di guerra. Neanche vorrei che drammatizzassimo, eccitando gli smidollati che scrivono sui muri minacce di morte al cuore nero ’Gnazio che se la ride a passare per vittima (“non rinnego la mia storia”) bene inserito com’è da decenni nei palazzi del potere e nell’italica dolce vita. Uomo di mondo, non farà certo peggio della Casellati. Quanto al leghista vandeano Fontana, dov’è la novità? Ce la siamo forse dimenticata Irene Pivetti che da presidente della Camera partecipava alla messa di riparazione del Circolo Lepanto contro l’inaugurazione della moschea di Roma?

Interessante, e segno mirabile della strategia dei neofascisti, che l’identitarista, cattolico integralista, “pro-vita”, omofobo e amico dei nazisti, Fontana, centri il suo discorso da presidente della Camera su un elogio della “diversità”.

Proprio lui parla contro l’omologazione contro l’omologazione – lui che della lotta contro le diversità ha fatto una bandiera. Diversità ha sempre significato questo: scostamento da una norma – quanto ai comportamenti sociali, alle propensioni sessuali, a una presunta normalità di razza. Concettualmente, diversità significa negazione dell’identità. Diversità implica la Norma, e dalla Norma è sempre stata additata come Patologica.

Questioni terminologiche essenziali. Torno su un tema che mi sembra rilevante.

Continuo a non capire cosa significhi identificare un'area politica con il termine "progressismo", una definizione ottocentesca che individua nel "progresso" in quanto tale l'elemento del miglioramento delle condizioni di vita della società.

Per due anni la sanità è stata al centro del dibattito politico, la grande malata, incapace di rispondere con efficacia alla pandemia. Poi la politica l’ha cancellata dalla discussione elettorale. Eppure, la pandemia non è terminata e il Servizio Sanitario Nazionale sta boccheggiando: mancano decine di migliaia tra medici e infermieri, le liste d’attesa sono chilometriche e cresce il numero di cittadini senza il medico di famiglia.

Il 17 gennaio scorso è uscito il consueto rapporto di Oxfam sulle disuguaglianze e ha certificato che nel tempo della pandemia i 10 uomini più ricchi del pianeta hanno raddoppiato le proprie fortune, mentre l’esercito dei poveri si è ingrossato di 163 milioni di persone. La conclusione è che i 10 super-paperoni detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale.