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[Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 ottobre 2006]


Il paradosso della tolleranza torna in campo ormai ogni settimana nell'Europa alle prese con l'incontro-scontro con altre culture, altre religioni e altre storie. Ne avevo parlato la settimana scorsa, a proposito dei propositi di impedire o limitare l'uso del burka e del velo in Olanda e in Gran Bretagna, nonché a proposito del caso Redeker in Francia.

Tratto da "La nonviolenza è in cammino" - n. 1179 di mercoledì 18 gennaio 2006, il testo seguente è quello del discorso pronunciato a conclusione del dibattito sull'omonimo film di Claude Autant-Lara (Torino, 4 dicembre 1961), pubblicato in "Resistenza", XV, n. 12, dicembre 1961, p. 4; successivamente ristampato in Norberto Bobbio, Il terzo assente, Edizioni Sonda, Milano-Torino 1989, pp. 139-142.
Una riflessione sulla guerra partendo dall'obiezione di coscienza.

Tratto da "La nonviolenza è in cammino" - n. 1179 di mercoledì 18 gennaio 2006, il testo è stato estratto dalla registrazione dell'intervento di Nanni Salio al convegno su "Come intervenire nella realtà per superare i conflitti e costruire percorsi di pace. La ricerca e la metodologia della nonviolenza si confrontano con la politica", svoltosi a Pontedera il 14 maggio 2005, i cui atti sono in corso di pubblicazione a cura del Centro per la Pace di Pontedera.
La necessità di un progetto politico di pace interroga forze politiche e movimenti. Una riflessione a tutto campo partendo proprio dai limiti mostrati dalla classe politica in Kosovo