L'Unione Europea dovrebbe promuovere la pace, non dare sussidi all'industria delle armi!
- Rete continentale ENAAT (European Network Against Arms Trade)
- Categoria: Commercio e industria armi
- Visite: 617
Con un appello diffuso ai Membri del Parlamento Europeo e ai Rappresentanti Parlamentari degli Stati Membri dell'Unione Europea le campagne e gli attivisti per la pace riuniti nella rete continentale ENAAT (European Network Against Arms Trade) chiedono con forza che si dica “NO” all'inclusione della ricerca militare e per le armi nel budget UE. Ai parlamentai viene chiesto di rigettare l'Azione Preparatoria (PA - Preparatory Action on Defence research) che la Commissione Europea intende includere nelle linee di finanziamento in discussione dalla prossima settimana. “L'Unione Europea dovrebbe promuovere la pace, non dare sussidi all'industria delle armi” è la posizione espressa dalle 14 campagne nazionali e dai 3 organismi internazionali europei che compongono la rete ENAAT.
Le date del 6 e 9 agosto, in ricordo dei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, possono essere considerate l'inizio dell'anno di attività per la richiesta di messa al bando delle armi nucleari. Anche in Italia con “Pace in Bici” (l'annuale biciclettata organizzata dai “Beati i Costruttori di Pace”) ricorderemo i 71 anni dell'uso delle atomiche in Giappone.
Dalla due giorni di iniziative organizzate a Roma da Fondazione Culturale Responsabilità Etica (FCRE), Rete Italiana Disarmo (RID) e Sbilanciamoci una rinnovata volontà di azione per riattivare l’opinione pubblica sulle spese militari e ripristinare un rigoroso controllo sul commercio di armi in Italia. Uno studio di Stop Wapenhandel pubblicato da TNI indaga i comportamenti anche di Finmeccanica - LeonardoFonte: Stop Wapenhandel - TNI - Rete Disarmo - 04 luglio 2016
Bombe e accordi militari italiani continuano a favorire regimi autoritari e conflitti, mentre la trasparenza è sempre più compromessa. Una situazione inaccettabile: Rete Disarmo fa appello al Parlamento affinché ritorni ad occuparsi dell'export militare italiano per una rigorosa applicazione della legge 185/90.
Le organizzazioni della società civile internazionale chiedono al Presidente degli Stati Uniti di impegnarsi, proprio dalla città giapponese vittima del devastante attacco nucleare del 1945, per un percorso di messa al bando degli ordigni nucleari.
La Rete italiana per il disarmo (RID) insieme al European Network Against Arms Trade (ENAAT) esprimono una forte critica nei confronti del Consiglio dell’Unione europea «per non prendere sul serio il controllo democratico sulle esportazioni di armi e di sistemi militari». Le due organizzazioni rendono nota la loro posizione in un comunicato congiunto (in allegato) emesso oggi a seguito della pubblicazione della “XVII Relazione sulle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari” sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (UE).
Pagina 10 di 18
Da Hiroshima e Nagasaki all'Italia e al mondo: basta armi nucleari
Far ripartire in Italia la mobilitazione delle società civile sul commercio delle armi
Le aziende europee di armamenti traggono profitti dalla crisi dei rifugiati
Basta armi italiane a regimi repressivi e in conflitti: il Parlamento assuma proprie responsabilità
Obama ad Hiroshima: occasione per liberare il mondo dalle armi nucleari
L’Europa non è trasparente sulle armi che vende nel mondo