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A seguito delle recenti dichiarazioni del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, secondo cui le forniture di bombe aeree all'Arabia Saudita sarebbero "regolari" e "nel rispetto della legge", Rete Italiana per il Disarmo, Amnesty International Italia e l'Osservatorio OPAL di Brescia chiedono un incontro urgente con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per chiarire la posizione del Governo italiano sulle esportazioni di armamenti.

Leggi tutto il documento integrale: https://www.aadp.it/dmdocuments/doc2147.pdf

Domani 24 ottobre prenderà il via, come ogni anno, in tutto il mondo la Settimana Internazionale del Disarmo lanciata dalle Nazioni Unite che si concluderà il 30 di questo mese. L’iniziativa voluta dall’ONU intende richiamare tutti i Paesi del mondo all’impegno per contrastare il crescente pericolo della corsa alle armi. Dal 1995 l’Assemblea Generale ha invitato le associazioni della società civile ad essere parte attiva di questa ricorrenza ed è per questo motivo che anche la Rete Italiana per il Disarmo (organismo di coordinamento di cui fanno parte oltre venti organizzazioni) ogni anno rilancia in questi giorni iniziative e campagne.

Durante la trasmissione televisiva “Virus” di RaiDue la Ministro della Difesa accusa velatamente la nostra Rete di diffondere falsi dati sui temi di nostra competenze. La replica delle nostre organizzazioni è chiara: niente “bugie come Salvini” ma solo analisi e studio approfondito, sul quale siamo sempre a disposizione per un confronto (richiesto da tempo alla Ministro Pinotti e mai concessoci).

L’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Difesa e Sicurezza (OPAL) di Brescia, Amnesty International Italia e la Rete Italiana per il Disarmo (RID) chiedono al Governo Renzi di fermare l’invio di bombe e sistemi militari italiani ai paesi della coalizione guidata dall’Arabia Saudita (con l'appoggio di altri Paesi sunniti della regione) che, per contrastare l’avanzata del movimento sciita zaydita Houthi, sta bombardando lo Yemen da cinque mesi senza alcun mandato o giustificazione internazionale.

Sono passati 25 anni dall’approvazione della Legge 185/90, uno strumento avanzato di supervisione e regolazione dell’export militare che ha perso negli ultimi anni efficacia e capacità di controllo. L’appello di Rete Disarmo al Governo affinché ripristini la trasparenza per una gestione più responsabile delle vendite di armi.

Diffusi dalla Rete Disarmo anche i dati e le tendenze di un quarto di secolo di “affari armati” delle aziende italiane.

Dopo mesi di attesa i dati ufficiali desumibili dal Documento Programmatico Pluriennale del Ministero della Difesa dimostrano una chiara certezza sugli F-35: “Questa riduzione non s’ha da fare!”.

La campagna “Taglia le ali alle armi”, che dal 2007 si batte per la cancellazione del programma dei caccia prodotti dalla statunitense Lockheed Martin, accoglie con delusione e preoccupazione la decisione insensata del Governo.

Più che un Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa del nostro Paese lo si dovrebbe chiamare un Libro Bianco delle Forze Armate. Perché nel testo presentato ieri al Consiglio Supremo di Difesa dalla ministra Roberta Pinotti manca completamente la dimensione civile ed allargata della difesa di cittadini. Ma mancano anche una qualsiasi citazione del Servizio Civile Nazionale (già ora considerato per legge una forma di difesa del Paese) e tutte quelle prospettive di prevenzione e composizione dei conflitti che sole possono costruire una pace positiva sia a livello internazionale che locale.

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