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Bombe e accordi militari italiani continuano a favorire regimi autoritari e conflitti, mentre la trasparenza è sempre più compromessa. Una situazione inaccettabile: Rete Disarmo fa appello al Parlamento affinché ritorni ad occuparsi dell'export militare italiano per una rigorosa applicazione della legge 185/90.

Le organizzazioni della società civile internazionale chiedono al Presidente degli Stati Uniti di impegnarsi, proprio dalla città giapponese vittima del devastante attacco nucleare del 1945, per un percorso di messa al bando degli ordigni nucleari.

La Rete italiana per il disarmo (RID) insieme al European Network Against Arms Trade (ENAAT) esprimono una forte critica nei confronti del Consiglio dell’Unione europea «per non prendere sul serio il controllo democratico sulle esportazioni di armi e di sistemi militari». Le due organizzazioni rendono nota la loro posizione in un comunicato congiunto (in allegato) emesso oggi a seguito della pubblicazione della “XVII Relazione sulle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari” sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (UE).

La Fondazione Culturale Responsabilità Etica (Fcre) parteciperà oggi per la prima volta all'assemblea degli azionisti di Finmeccanica, il principale produttore italiano di armamenti. «Abbiamo comprato tre azioni della società e interverremo come azionisti critici su proposta di Rete Disarmo», spiega Andrea Baranes, presidente di Fcre, fondata nel 2003 da Banca Etica. L'intervento della Fondazione criticherà il progressivo sbilanciamento del Gruppo Finmeccanica, partecipato al 30,2% dal Ministero del Tesoro, verso la produzione militare.

Alla Camera dei Deputati inizia oggi in Aula l’iter di esame per la ratifica dell’Accordo di cooperazione militare con la Somalia, che il nostro Governo ha firmato nel 2013. L’Accordo è tra le altre cose finalizzato ad incrementare gli aiuti militari italiani in varie forme, fra cui anche quella della vendita di armi.

Rete Italiana per il Disarmo e le realtà europee di ENAAT si congratulano con il voto odierno nella Sessione Plenaria del Parlamento Europeo, che si è espresso sulla grave situazione umanitaria dello Yemen chiedendo alla Vicepresidente della Commissione Federica Mogherini di iniziare un percorso verso l'embargo di armi nei confronti dell'Arabia Saudita.

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