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Pubblicato su Il Manifesto del 4 luglio 2009

L'ennesimo «pacchetto» sulla sicurezza è, dunque, legge. Gli ingredienti sono quelli di sempre: nuovi reati, inasprimenti di pena (ovviamente solo per alcuni, come i graffitari destinatari di un trattamento per certi aspetti più grave di quello riservato a corrotti e corruttori), accentramento e gerarchizzazione degli uffici giudiziari (con attribuzione al Tribunale di sorveglianza di Roma del controllo sulla applicazione dell'art. 41 bis) e via elencando sulla strada della costruzione di un «codice dei briganti» contrapposto a quello dei «galantuomini».

 La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 21 luglio 2009
 
Attenti al “Furore” dei poveri disperati 
Giorgio Nebbia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Esattamente settant’anni fa, nel 1939, appariva, come romanzo ecologico e politico, “Furore”, dello scrittore americano John Steinbeck (premio Nobel 1962), immediatamente tradotto in Italia da Bompiani nel 1940; dal libro fu tratto, nello stesso 1940, un celebre film di John Ford, interpretato, fra l’altro, da un eccezionale Henry Fonda giovane.

Pubblicato su "Notizie minime della nonviolenza", n. 814 del 8 maggio 2009

"Non devi dire che stiamo qui. Se lo dici arrivano e ci mandano via. Ogni volta che i giornali scrivono di noi, il giorno dopo c'è uno sgombero".
Ahmet è irremovibile. Parla in pashtu con Emret, il mediatore culturale dell'associazione "Medici per i diritti umani" che da ormai tre anni segue da vicino le condizioni dei profughi afghani che vivono alla stazione Ostiense. È molto giovane, ha appena diciotto anni. Gentile, ma intransigente

Articolo di Marina Corradi pubblicato sul quotidiano "Avvenire".
Sono arrivati in cinque. Erano ische-­letriti, cotti dal sole che martella, in agosto, sul canale di Sicilia. Ma il bar­cone, era grande: ce ne stipano ottanta, i trafficanti in Libia, di migranti, su bar­che così. Affastellati uno sull’altro co­me bidoni, schiena a schiena, gli ultimi seduti sui bordi, i piedi che penzolano sull’acqua. E dunque quel barcone vuo­to, con cinque naufraghi appena, è sta­to il segno della tragedia. Laggiù a 12 miglia da Lampedusa, ai margini estre­mi dell’Europa, un relitto di fantasmi. Cinque vivi e forse più di settanta mor­ti, in venti giorni di peregrinazione cie­ca nel Mediterraneo.

Medici Senza Frontiere (*MSF*), Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione (*ASGI*), Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (*SIMM*) e Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (*OISG*) lanciano un appello:
http://www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it/appello.asp
per chiedere ai Senatori di respingere l'emendamento che elimina il principio di non segnalazione alle autorità per gli immigrati irregolari che si rivolgono a una struttura sanitaria"

Pubblicato su "Notizie minime della nonviolenza", n. 651 del 26 novembre 2008 

Quando sono arrivata c'erano moltissimi alberi, e panche per star seduti sotto gli alberi. Niente recinti per i giardini, e nei giardini bambini monelli e nonni di giorno, varia umanità soprattutto giovane la sera.
L'atmosfera era un pò sonnolenta ma quieta, la malignità sfogata in pettegolezzi tutto sommato innocui del tipo: La vedi quella con i vestiti firmati? Per comprarseli mangia insalata mattina e sera. Oppure: Ah sì, quello ha il fuoristrada ma è pieno di debiti. C'erano chiese ed edifici dall'aria molto anziana e stanca, più che antica, ti veniva voglia di sorreggerli al gomito e di chiedere come si sentivano. E pensavo: qui non cambierà mai niente, ma in fondo è pur meglio di tanti altri posti, è tranquillo