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Insieme per la Pace

Quante e quali sono le guerre nel mondo ! ?

L’invasione russa dell’Ucraina è solo l’ultimo di un lungo elenco di conflitti. Come non ricordare la Siria, a noi tristemente nota, la Repubblica Democratica del Congo, dove una guerra dura da trent’anni per sottrarre a questo paese risorse minerarie utili al mondo occidentale, la Palestina, dove un popolo da troppi anni vive violentato e senza uno stato, ma anche lo Yemen, la Libia, il Sud-Sudan, la Somalia, il Myanmar, la Nigeria, l’Iran e molte altre sono le popolazioni del mondo per cui il conflitto è la tragica normalità.

La pace non è l’armistizio. Non è l’accordo, o il trattato di pace tra i governi di due o più parti. Non è questo, nel senso che non è soltanto questo. Non è la fine delle azioni belliche, non è la pacificazione, sebbene questa sia auspicata e cercata in tempo di guerra. La pace si compone e si sostanzia del sentimento dei popoli (Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella). La pace è il modo di esprimersi e di rapportarsi. È fatta del sentire, sì, come del volere e del pensare la vita.

Basta Guerra! Vinciamo con la pace

Questa sera siamo qui tutte e tutti insieme per chiedere ancora una volta con voce chiara e forte pace.

Ma la pace cosa è? Pace non è semplice assenza di conflitto.

Pace è mettere la centro dell'agenda politica i bisogni equi e solidali di tutte e tutti, mettere al centro la giustizia sociale a fianco di quella ambientale. Pace è far diventare un tabù costruire muri anche in mezzo al mare, pace è pratica e rispetto dei diritti per tutte e tutti.

Si vis pacem, para pacem!

A un anno dallo scoppio della guerra, seguita all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e nell’imminenza della fiaccolata per la pace, del 24 febbraio a Carrara, di cui Legambiente è tra i promotori, vogliamo condividere alcune riflessioni.

In quanto associazione ambientalista, ci corre innanzitutto l’obbligo di sottolineare l’impatto che questa tragica guerra, che insanguina la nostra Europa, sta avendo sull’ambiente.

Un anno di guerra è troppo! La guerra va fermata subito !

Condanniamo l’aggressore russo , rispettiamo la resistenza ucraina, sosteniamo il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. Ma siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza. Per questo oggi siamo qua, in risposta all'appello di Europa per la pace.

E non siamo soli! Dopo un anno di guerra e propaganda martellante per giustificare questa guerra, la maggioranza del popolo italiano si dichiara ancora contraria all'invio di armi e non vuole un impegno diretto nella guerra.

E' bene manifestare contro la guerra tra Ucraina e Russia, ma avendo ben chiaro che non è iniziata il 24 febbraio di un anno fa. Perché è quello che raccontano i sostenitori di questa guerra per giustificare l'invio di armi e magari a breve, anche di istruttori militari e soldati combattenti. Il 24 febbraio 2022 si è intensificato lo scontro in atto già da molti anni, tra Russia e la Nato. Gli Ucraini, che ci hanno messo del loro, sono diventati la carne da cannone e da missile, in futuro, da atomica, del vero scontro in atto che è guidato dagli Stati Uniti che vogliono conservare quell'egemonia mondiale di cui hanno goduto fino a ieri e che oggi è messa in pericolo dai paesi emersi o emergenti, tra cui la Cina. In questa guerra non ci sono buoni e cattivi ma solo cattivi, e tra i cattivi dobbiamo mettere anche l'Italia che è un paese a sovranità limitata dalla Nato, cioè dagli Stati Uniti. Come diceva il vecchio poeta Brecht, si marcia verso la guerra ma il nostro vero nemico è alle nostre spalle e ci dirige.

Oggi in tutta Italia cittadini e cittadine stanno manifestando per chiedere la pace in Ucraina e l’immediato cessate il fuoco.

A un anno dall’invasione del Paese da parte della Russia, siamo di nuovo in piazza perché avviare un dialogo reale per i negoziati di pace oggi è più necessario che mai.

Fino a oggi la politica italiana ed europea si è concentrata solo sul sostenere l’Ucraina dal punto di vista militare. Si è continuato a mandare armi come unica soluzione: in particolare dallo scoppio del conflitto al novembre 2022, l’Italia ha inviato armi per un valore che ha superato i 450 milioni di euro, secondo le stime degli osservatori indipendenti.