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  • Guerra in Yemen (dal 2011)
  • Guerra civile in Somalia (dal 1991)
  • Scontri etnici in Sudan (dal 2011 )
  • Guerra del Darfur (dal 2003 )
  • Conflitto Ituri; Congo (dal 1999)
  • Guerra nel Mali (dal 2012)
  • crisi nel Kashmir tra India e Pakistan (dal 1947)
  • Guerra civile nella Repubblica Centro Africana (dal 2012)
  • Guerra jihadista di Cabo Delgado; Mozambico (dal 2017)
  • Guerra curdo-turca (dal 1984)
  • Conflitto Israele-Palestina (dal 1948)
  • Crisi in Camerun (dal 2017)
  • Crisi libica (dal 2011)
  • Guerra in Ucraina (Donbass dal 2022; Crimea dal 2014)

Le radici dello scoutismo sono radici di pace!

Nel quarto articolo della Legge tutti gli scout recitano “sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout”.

Il fondatore dello scoutismo, Lord Robert Baden Powell, vissuto tra il 1857 e il 1941, visse entrambi i conflitti mondiali e riteneva fermamente che Scout e Guide potessero costituire potenzialmente una forza di pace. Queste le sue parole:

Non sempre è facile cogliere il senso profondo della parola “guerra”: nel panorama della storia italiana, siamo portati a collocarla in un passato nemmeno troppo remoto ma, nonostante conseguenze ancora oggi tangibili, non l'abbiamo vissuta in prima persona e la vediamo farsi sempre più lontana, di anno in anno. Basta però innalzare il punto di vista ed è immediatamente possibile prendere atto di quanto una prassi tanto retrograda, inconcludente e stolta continui ad avvelenare numerose nazioni, che ne sono vittima da decenni senza mai essere giunte ad una pace definitiva: paesi nei quali la guerra è un fatto, la si può toccare con mano, in ogni dove e in ogni tempo, che trascina nell’angoscia di un domani incerto tanto i soldati quanto i civili, in una continua lotta per la propria vita e per la morte altrui. La guerra è distruzione, la guerra è divisione, la guerra è dolore: affligge tutto e tutti, rianima lo spirito animale che la società ha mitigato nell’uomo, proprio perché, in tempo di guerra, di società non si può più parlare.

A chi giova il monopolio monetario globale di “Re dollaro”

Per battere la concorrenza cinese ed europea, gli Stati Uniti hanno un disperato bisogno di fare tanta spesa pubblica e attrarre investimenti, stampando dollari senza limiti per venderli al resto del mondo. Chi immagina un’alternativa alla merce più preziosa della super potenza finanziaria va disgregato. L’analisi di Alessandro Volpi.