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Oggi in tutta Italia cittadini e cittadine stanno manifestando per chiedere la pace in Ucraina e l’immediato cessate il fuoco.

A un anno dall’invasione del Paese da parte della Russia, siamo di nuovo in piazza perché avviare un dialogo reale per i negoziati di pace oggi è più necessario che mai.

Fino a oggi la politica italiana ed europea si è concentrata solo sul sostenere l’Ucraina dal punto di vista militare. Si è continuato a mandare armi come unica soluzione: in particolare dallo scoppio del conflitto al novembre 2022, l’Italia ha inviato armi per un valore che ha superato i 450 milioni di euro, secondo le stime degli osservatori indipendenti.

Primo anniversario dell'invasione Ucraina.

Sono molte le manifestazioni che ricorderanno il primo tragico anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia avvenuta il 24 febbraio dello scorso anno.

Sono molte le cose, gli eventi, le immagini, i discorsi che, in quest’anno, si sono fissati nei nostri cuori: le immagini di distruzione, di morte, delle lacrime delle vittime della guerra, le dichiarazioni dei diplomatici e dei capi delle nazioni...

Viviamo in Italia, in Europa, in Occidente e dobbiamo capire come ragionano coloro che, invece, stanno ad Oriente. Ci troviamo difronte ad un “mondo russo” che elimina il diritto ad esistere delle altre Russie fuori dal controllo dello zar e del suo patriarca, un “mondo turcofono” che unisce i turcofoni da Istanbul ai confini cinesi sotto lo scettro dell’aspirante sultano: ‘non esistono soluzioni facili a problemi complessi’, ma occorre la consapevolezza di capire quanto sia importante disfare questa intesa!

Questa sera siamo in tante e tanti qua a Carrara come in tante piazze in Italia: giovani, studenti, istituzioni, associazioni laiche e cattoliche a riaffermare il nostro ruolo di costruttori di pace, ed uso volutamente il verbo costruire, perchè la costruzione presuppone azione e impegno.

Quell’azione e quell’impegno che ci ha visti in prima fila in questi 12 mesi dallo scoppio del conflitto nel ribadire la nostra contrarietà a tutte le guerre. Questo era l’impegno che avevamo assunto in Piazza San Giovanni: continuare a mobilitarci finché non si fosse raggiunto un cessate il fuoco per avviare negoziati di pace.