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Diffuse in tutta Italia le cartoline per partecipare alla mobilitazione promossa da Senzatomica e Rete Italiana per il Disarmo. Intanto molte città approvano mozioni ed ordini del giorno per chiedere che anche l’Italia faccia i passi necessari per aderire al Trattato di messa al bando delle armi nucleari

Il nigeriano di Macerata fu ospite in provincia” questo lo “strillo” de “La Nazione” di domenica 11 febbraio: entrambi i quotidiani cartacei della nostra provincia hanno poi dedicato una pagina per riprendere alcuni commenti e hanno dato spazio ad un comunicato di un esponente di “Fratelli d'Italia”.

Sul tema, complesso ed articolato, sarò lungo! Ognuno legga se vuole, indicazione che definirei antifascista. Esser breve è difficile, mi considero anche preparato, ma non ancora a livello di produrre delle Tavole o un Tractatus, e ho timore di cadere dal semplice nel semplificato, che non apprezzo, perché è poi il gradino dal quale si precipita nella deriva delle parole d’ordine e degli slogan che ho sempre accuratamente evitato. Mi assumo quindi un compito umile, anche nell’antifascismo, ma non per questo da sottovalutare. Ognuno deve fare il suo, che è sempre quel che può.

Se sapeste con che bella stanchezza si torna da una manifestazione a Macerata.

Abbiamo camminato, a lunghe soste e piccoli passi per non urtarsi in una fiumana che non aveva cordoni e scorreva alla rinfusa. L’Italia si divide in città di pietra e marmo e città di mattoni – e città in cui mattoni e marmo si sfidano dirimpetto, come a Siena. Quelle di mattoni si dividono fra il rosso e il chiaro: Macerata è di mattone chiaro.

C’è una gabbia che si chiama PAURA.

Rende l’orizzonte funesto, perché lo costella di minacce.

Forse è questa gabbia deformante che ha indotto il candidato presidente della regione Lombardia della Lega, Attilio Fontana, a paventare un disegno di auto-eliminazione e affermare: «[I migranti] sono molti più di noi e molto più determinati nell'occupare questo territorio. …Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se deve essere cancellata».

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