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Care amiche ed amici,

il prezzo è molto alto: l’imbarbarimento del discorso politico in Italia, denunciato da Pax Christi; l’aggiunta di odio e di paura alle scelte già gravissime dei precedenti governi, denunciata da mons. Nogaro e Sergio Tanzarella; l’impotenza, interventi maldestri, discussioni e contenziosi della comunità internazionale, dell’Europa,e dell’Italia denunciati dall’arcivescovo di Milano Delpini col Consiglio pastorale, e soprattutto l’odissea dei profughi parcheggiati e riforniti in mare per giorni e giorni davanti a porti chiusi (quelli di Pozzallo sono alfine sbarcati ieri); a questo prezzo i Paesi d’Europa, almeno quelli fondatori, sono stati messi in crisi, si sono specchiati nel loro egoismo di Paesi pieni di ricchi, e pur sempre litigando tra loro hanno cominciato ad ammettere che delle soluzioni vere vanno cercate, buttando a mare il troppo comodo regolamento di Dublino.

Ultimamente, ma in maniera coerente con il suo profilo, il ministro dell'Interno Salvini ha espresso una serie di affermazioni tipiche da un “capo popolo - capo branco”, con un atteggiamento poco idoneo a quello che dovrebbe avere il Ministro dell'Interno, il cui compito è quello di decifrare i conflitti interni all'Italia ed individuare strade da percorrerle per gestirli in modo meno traumatico, assumendo quindi un profilo più riservato e più incline a smussare gli angoli, cercando la giusta mediazione tra istanze opposte.

Come cittadini e cristiani siamo esterrefatti e indignati della decisione del ministro degli interni Matteo Salvini, che impedisce alla nave Aquarius di portare in salvo nei porti italiani 629 migranti salvati in acque territoriali libiche.

Il rifiuto di prestare soccorso ai migranti non ha precedenti nella nostra storia ed è in flagrante violazione delle convenzioni internazionali, di cui anche l’Italia è firmataria, che obbligano il soccorso in mare a chi è in pericolo di morte.

Il Cardinal Bassetti qualche giorno fa a Roma ha chiesto espressamente ai cattolici di non aver paura di occuparsi di politica, anzi, di impegnarsi con sentimenti di carità e con spirito di servizio in questo compito moralmente ineludibile per loro. Mi auguro che questo invito trovi una corrispondenza, sia attraverso un contributo di parole e riflessioni, sia di azioni/gesti e decisioni concrete.

La bellezza di fare l'insegnante. Stasera nella nostra piccola, ma grande scuola di Comano abbiamo fatto la festa di fine anno è stato tutto molto bello i bambini hanno recitato, cantato, ballato, improvvisato, riso.....poi Mariam l'unica bambina di classe 5^ che quest'anno ci lascerà per andare alla secondaria ci ha salutato così: "La mia strada fino qui".

Nel condividere queste brevi riflessioni mi piace ripensare da un lato all'invito di Vittorio Arrigoni a “restare umani”, che io declinerei “a ritornare ad essere umani”, tenendo conto che a mio avviso questa qualità la stiamo perdendo, dall'altro ad alcune considerazioni fatte da Gianni Tognoni1 ad un seminario del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza)2 che mi sembrano quanto mai pertinenti come premessa al ragionamento che andrò sviluppando.