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Egitto e non solo. La legge 185/90 fu approvata grazie alla forte mobilitazione della società civile e dell’associazionismo laico e cattolico che promosse la campagna «Contro i mercanti di morte» e che sostituì la norma di epoca fascista che impediva trasparenza. Ora è bene che intervenga la magistratura. Ma è innanzitutto compito del Parlamento richiedere che il governo riferisca alla Camere.

Chiediamo al Governo di bloccare qualsiasi ipotesi di nuove forniture militari all’Egitto di al-Sisi.

Chiediamo a Deputati e Senatori di pretendere un dibattito aperto e chiaro in Parlamento su questa ipotesi di “contratto armato” (che tocca punti nodali della politica estera e di difesa dell’Italia).

Nonostante da luglio 2019 sia attiva la sospensione delle vendite di bombe d’aereo e missili verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti per il coinvolgimento nel conflitto in Yemen, lo scorso anno sono state rilasciate nuove autorizzazioni per quasi 200 milioni di euro e le consegne definitive certificate dalle Dogane hanno raggiunto i 190 milioni di euro verso i due Paesi.

Circa 95 milioni di euro consegnati agli altri membri della coalizione a guida saudita. Quasi 25 milioni di euro di controvalore per centinaia di bombe sono stati sicuramente esportati da RWM Italia verso l’Arabia Saudita.

La posizione di Sbilanciamoci!, Rete della Pace e Rete Italiana che ribadiscono come non esistano “penali” per l'uscita dal Programma (ma solo per i contratti di acquisto confermato) e che ciascuno deve prendersi la propria responsabilità politica.

Diciamo pure che siamo anche delusi perché avevamo sperato nella coerenza di coloro che, nel recente passato, avevano manifestato contrarietà alla prospettiva che l’Italia bruciasse preziose risorse finanziarie per dotarsi di quelle micidiali macchine di morte, che sono gli F35.

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