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Venerdì 8 luglio, Viterbo ha osservato una giornata di lutto per la concittadina assassinata a Dacca.

E questo fermarsi in meditazione nel dolore e nella solidarietà deve richiamare ogni persona di retto sentire e di volontà buona ad una assunzione di responsabilità: alla coscienza che solo la nonviolenza può sconfiggere la violenza, che solo il bene può sconfiggere il male; e quindi all'azione buona che salva le vite ed a tutte le uccisioni si oppone.

Nessun cambio di prospettiva rispetto al passato: ancora centinaia di milioni destinati a missioni armate poco efficaci e solo le briciole a progetti di cooperazione civile. Rete Disarmo sottolinea ancora una volta la negativa decisione di inserire in un unico provvedimento (con mesi di ritardo) tutte le missioni militari all’estero, che invece hanno natura tra loro profondamente diversa.

Tutto pronto per la nuova guerra di Libia, a conduzione italiana. Viene presentata come un'operazione militare, richiesta dalle autorità locali, per fermare l'avanzata dei combattenti con bandiera dello Stato Islamico, ma in realtà sarà un intervento bellico voluto dal Pentagono per la messa in sicurezza dei giacimenti petroliferi e per determinare la futura ripartizione libica ed il suo controllo. La storia si ripete.

Almeno 65 morti e oltre 300 feriti - donne e bambine/i in maggioranza: è l'ancora incerto bilancio dell'ennesimo giorno del terrore, questa volta a Lahore, in Pakistan, in un parco giochi. Parigi, Bruxelles, Istanbul... la lista è lunga e fa il giro del mondo. Leggeremo le analisi, ascolteremo le invettive e le richieste di guerra - muri - espulsioni - più armi, più morti, più morti, più morti.

Ha ragione il papa quando dice che siamo nella terza guerra mondiale, condotta "a pezzi".

Ha ragione quando nella tragedia dei profughi in fuga da guerre ed orrori indica la primaria corresponsabilità delle imprese produttrici di armi.

Ha ragione quando chiama ad accogliere tutti gli esseri umani bisognosi di aiuto.