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Pubblichiamo i testi di tre lettere inviate dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" al presidente del Consiglio dei ministri in queste ultime settimane dopo il massacro di Parigi per invitarlo a non agire stoltamente secondo la volontà dei terroristi stragisti, ed a scegliere invece di percorrere la via della pace e dei diritti umani, della legalità e della democrazia, della nonviolenza che a tutti i crimini si oppone e salva le vite.

La scellerata ed insensata decisione annunciata dal premier di inviare 450 soldati italiani alla diga di Mosul, nel cuore dell'area in cui opera l'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis che proprio a Mosul ha uno dei suoi principali insediamenti, lungi dal contribuire alla sicurezza, aumenta esponenzialmente i rischi di altre stragi, in Iraq e in Siria come anche in Italia.

Una politica di pace non è una politica rassegnata o remissiva davanti all'aggressore ma è azione continua, determinata e responsabile. E' lotta per il bene. E' non armare le guerre, è non affrontare le guerre del terrorismo con il terrorismo delle guerre.  Espongo una sorta di decalogo operativo "nonviolento".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le città d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Affinchè il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinchè non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.