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Un soldato israeliano ha lanciato una granata stordente contro alcuni palestinesi.

Un nuovo rapporto di Human Rights Watch (HRW) accusa le forze israeliane di sottomettere bambini palestinesi arrestati a prese al collo, percosse, perquisizioni corporali e confessioni forzate.

Il rapporto giunge a seguito di una nuova legge approvata dal parlamento israeliano, la Knesset, che prevede pene più severe per il lancio di pietre. Le accuse di aver lanciato pietre sono usualmente utilizzate dalle forze israeliane come pretesto per arresti, torture, imprigionamento e persino la morte di palestinesi, senza alcuna conseguenza.

Territori Occupati. A Gerusalemme le aggressioni ai palestinesi fanno parte della routine quotidiana. Chi le condanna?

Appiccare il fuoco a una casa, bruciare vivi un neonato - che è morto -, e sua madre e la sorellina - che lottano per la vita -, è orribile. Ma attenzione all'ipocrisia dominante, alle condanne verbali prive di contenuto.

Cisgiordania. È difficile immaginare che lo sdegno provocato dal rogo doloso che ha ucciso il piccolo palestinese possa portare ad un cambiamento serio della politica del governo Netanyahu nei confronti dei coloni ebrei e del loro ruolo. Alcuni dei ministri sono essi stessi dei coloni, dunque parte del problema non della soluzione

Scusate, ma stando qui in Cisgiordania non si può non rimanere fuori da questo coro di commossa condanna e sgomento che tutti accomuna, nel nome del piccolo Ali, ucciso a Nablus. Anzi, se foste qui sareste nauseati dall'insistenza con cui i media italiani continuano a riproporre le immagini della casa di questo bambino data a fuoco dai coloni, semplicemente perchè dalla mattina alla sera vediamo centinaia di bambini come Ali minacciati dai soldati e aggrediti dai coloni.

Si chiama “Marianne av Goteborg” ed è un peschereccio acquistato da “Ship to Gaza Svezia” e “Ship to Gaza Norvegia”. La prossima estate, assieme ad altre due imbarcazioni, “Marianne” prenderà parte alla Freedom Flotilla 3, la nuova missione volta a rompere il blocco di Gaza imposto da Israele. Sono passati diversi anni dalle sue prime spedizioni navali e la FF non si arrende, continua a denunciare la chiusura di Gaza e la condizione della popolazione palestinese.

Trasmettiamo in allegato alcuni articoli e prese di posizione sull’argomento.

La vittoria di Netanyahu insieme alle formazioni politiche fondamentaliste e razziste israeliane non diminuiscono, anzi, rendono ancora più urgente la necessità del sostegno internazionale alla campagna per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

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