• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Cisgiordania. È difficile immaginare che lo sdegno provocato dal rogo doloso che ha ucciso il piccolo palestinese possa portare ad un cambiamento serio della politica del governo Netanyahu nei confronti dei coloni ebrei e del loro ruolo. Alcuni dei ministri sono essi stessi dei coloni, dunque parte del problema non della soluzione

Scusate, ma stando qui in Cisgiordania non si può non rimanere fuori da questo coro di commossa condanna e sgomento che tutti accomuna, nel nome del piccolo Ali, ucciso a Nablus. Anzi, se foste qui sareste nauseati dall'insistenza con cui i media italiani continuano a riproporre le immagini della casa di questo bambino data a fuoco dai coloni, semplicemente perchè dalla mattina alla sera vediamo centinaia di bambini come Ali minacciati dai soldati e aggrediti dai coloni.

Si chiama “Marianne av Goteborg” ed è un peschereccio acquistato da “Ship to Gaza Svezia” e “Ship to Gaza Norvegia”. La prossima estate, assieme ad altre due imbarcazioni, “Marianne” prenderà parte alla Freedom Flotilla 3, la nuova missione volta a rompere il blocco di Gaza imposto da Israele. Sono passati diversi anni dalle sue prime spedizioni navali e la FF non si arrende, continua a denunciare la chiusura di Gaza e la condizione della popolazione palestinese.

Trasmettiamo in allegato alcuni articoli e prese di posizione sull’argomento.

La vittoria di Netanyahu insieme alle formazioni politiche fondamentaliste e razziste israeliane non diminuiscono, anzi, rendono ancora più urgente la necessità del sostegno internazionale alla campagna per il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Mentre cominciamo a leggere i primi commenti dall’Italia, Issa, giovane leader di Youth Against Settlement si commuove nel darci la notizia: “Avete sentito? L’Italia ha riconosciuto lo stato di Palestina!”

Molto è quello che vorremmo raccontare perché molte sono le difficoltà ma anche le soddisfazioni sia del personale italiano in missione che dei colleghi palestinesi, le sofferenze dei bambini e le speranze dei loro genitori. E per questo vi riportiamo almeno qualche dato e alcune immagini dal campo legati a questa importante iniziativa. E nomi. Nomi di persone reali, che vivono oggi, che fanno oggi. Perché questo è reale grazie a tutti loro. E' la cooperazione come la intendiamo noi.