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Noi ONG italiane ci uniamo all'appello di numerose organizzazioni internazionali operanti in Palestina perché tutte le parti coinvolte nel conflitto in corso a Gaza cessino le operazioni militari e perché vengano garantite la protezione della popolazione civile e la fine del blocco di Gaza.

«A Gaza stanno morendo i civili, i bambini, gli ammalati ricoverati in ospedale. A Gaza stanno morendo medici, infermieri, personale sanitario di ogni tipo, nostre colleghe e nostri colleghi, che fanno il nostro stesso lavoro e che, se non muoiono, vedono i loro ospedali bombardati giorno e notte». Erano da poco passate le 13.30, quando dall'interfono dell'Opa si sentono pronunciare queste parole.

Dear Dr Horton,

Noi, sottoscritti, siamo medici e scienziati che spendono la loro vita nella cura e la tutela della salute e della vita umana. Siamo inoltre persone informate; insegniamo l'etica delle nostre professioni, insieme alle conoscenze e alla pratica delle stesse. Noi tutti abbiamo lavorato a Gaza e da anni conosciamo la sua situazione.
Sulla base della nostra etica e pratica, denunciamo ciò cui stiamo assistendo nell'aggressione di Gaza da parte di Israele.

A Gaza stanno morendo i civili, tantissimi civili, persone normali in carne ed ossa, con i loro sogni, le loro speranze, i loro progetti per un futuro di pace e di giustizia per tutti.

A Gaza stanno morendo i bambini, tantissimi bambini, il futuro di un popolo annientato da una pioggia di bombe di cui, i sopravvissuti, non comprenderanno mai la ragione.

Le nostre mani grondano sangue. Le nostre mani hanno dato fuoco a Mohammed. Le nostre mani hanno soffiato sulle fiamme. Viviamo qui da troppo tempo perché si possa dire “non lo sapevamo, non lo abbiamo capito prima, non eravamo in grado di prevederlo”. Siamo stati testimoni dell’enorme macchina di incitamento al razzismo e alla vendetta messa in moto dal governo, dai politici, dal sistema educativo e dai mezzi di informazione.