Un osceno salto di paradigma (Annamaria Rivera)
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Sembrava iperbolico, ai soliti minimizzatori di professione, definire nuove leggi razziali i dispositivi del pacchetto sicurezza. Oggi che l'osceno ddl 733-B entra in vigore con le sue norme devastanti, a suggello finale delle leggi razziali, perfino i più moderati dei democratici hanno qualche sussulto. Norme gravissime in sé, a illuminarle di luce ancor più sinistra vi sono l'incoraggiamento alla delazione di massa, la legalizzazione di milizie private, l'incitamento alla caccia all'estraneo, che rendono più evidente la continuità con le fasi più oscure della storia europea.
Si separano le persone come con le leggi razziali
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Intervista di Carlo Lania a Pupa Garibba, pubblicata sul Il Manifesto del 4 luglio 2009
Giornalista e intellettuale ebrea, 74 anni, Pupa Garribba è una testimone della Shoa, come lei stessa si definisce. Membro dell'Aned, l'Associazione degli ex deportati politici nei campi nazisti, da venti anni gira le scuole raccontando agli studenti gli orrori del nazismo. A lei, voce autorevole della cultura ebraica, abbiamo chiesto un giudizio sulle nuove misure anti-immigrati.
Giornalista e intellettuale ebrea, 74 anni, Pupa Garribba è una testimone della Shoa, come lei stessa si definisce. Membro dell'Aned, l'Associazione degli ex deportati politici nei campi nazisti, da venti anni gira le scuole raccontando agli studenti gli orrori del nazismo. A lei, voce autorevole della cultura ebraica, abbiamo chiesto un giudizio sulle nuove misure anti-immigrati.
Inferiori per legge ( Livio Pepino)
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L'ennesimo «pacchetto» sulla sicurezza è, dunque, legge. Gli ingredienti sono quelli di sempre: nuovi reati, inasprimenti di pena (ovviamente solo per alcuni, come i graffitari destinatari di un trattamento per certi aspetti più grave di quello riservato a corrotti e corruttori), accentramento e gerarchizzazione degli uffici giudiziari (con attribuzione al Tribunale di sorveglianza di Roma del controllo sulla applicazione dell'art. 41 bis) e via elencando sulla strada della costruzione di un «codice dei briganti» contrapposto a quello dei «galantuomini».
Pacchetto Sicurezza: Proposta di ordine del giorno per le Assemblee Elettive
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Proposta di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle Assemblee Elettive (Comuni, Province, Regioni) del Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo.
furore
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La Gazzetta del Mezzogiorno, martedì 21 luglio 2009
Attenti al “Furore” dei poveri disperati
Giorgio Nebbia Attenti al “Furore” dei poveri disperati
Alla stazione (Cinzia Gubbini)
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Pubblicato su "Notizie minime della nonviolenza", n. 814 del 8 maggio 2009
"Non devi dire che stiamo qui. Se lo dici arrivano e ci mandano via. Ogni volta che i giornali scrivono di noi, il giorno dopo c'è uno sgombero".
Ahmet è irremovibile. Parla in pashtu con Emret, il mediatore culturale dell'associazione "Medici per i diritti umani" che da ormai tre anni segue da vicino le condizioni dei profughi afghani che vivono alla stazione Ostiense. È molto giovane, ha appena diciotto anni. Gentile, ma intransigente
"Non devi dire che stiamo qui. Se lo dici arrivano e ci mandano via. Ogni volta che i giornali scrivono di noi, il giorno dopo c'è uno sgombero".
Ahmet è irremovibile. Parla in pashtu con Emret, il mediatore culturale dell'associazione "Medici per i diritti umani" che da ormai tre anni segue da vicino le condizioni dei profughi afghani che vivono alla stazione Ostiense. È molto giovane, ha appena diciotto anni. Gentile, ma intransigente
Sulle rotte dei disperati: Chi non vuole veder e chi muore (Marina Corradi)
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Sono arrivati in cinque. Erano ische-letriti, cotti dal sole che martella, in agosto, sul canale di Sicilia. Ma il barcone, era grande: ce ne stipano ottanta, i trafficanti in Libia, di migranti, su barche così. Affastellati uno sull’altro come bidoni, schiena a schiena, gli ultimi seduti sui bordi, i piedi che penzolano sull’acqua. E dunque quel barcone vuoto, con cinque naufraghi appena, è stato il segno della tragedia. Laggiù a 12 miglia da Lampedusa, ai margini estremi dell’Europa, un relitto di fantasmi. Cinque vivi e forse più di settanta morti, in venti giorni di peregrinazione cieca nel Mediterraneo.
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