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La moderatrice dell’incontro presenta gli interlocutori del discorso riportato:

“[…] Penso che (quanto appena detto) si colleghi in maniera eccellente al prossimo referente che prenderà la parola parlandoci dell’impatto dell’occupazione di Israele in Cis-Giordania (“West Bank”), del conflitto in corso a Gaza, e alcune possibili prospettive concernenti la sicurezza e la pace nel futuro.

Venendo nello specifico alla presentazione del prossimo referente, si tratta dell’ambasciatore Patrick Gaspard, attuale presidente e CEO – Chief Executive Officer del Centro per il Progresso Americano. Ha recentemente rivestito il ruolo di Presidente della “Open Society Foundation” – “Fondazione per la Società Aperta” e vanta una prestigiosa carriera di ruoli rivestiti in autorevoli servizi pubblici. Tra di essi vi è stato l’incarico di ambasciatore degli Stati Uniti nella Repubblica Sud-africana.

Quanto a Nadav Weimen, questi è Direttore Esecutivo dell’Organizzazione “Breaking the Silence” e del “Gruppo Anti-Occupazione”, coordinato da veterani dell’esercito israeliano che hanno contribuito molto a gettare nuova luce sulle vicende del conflitto Israelo-Palestinese. Weimen ha prestato servizio sia in Cis-Giordania sia nella striscia di Gaza dal 2005 al 2008. Non più tardi di qualche settimana fa, Patrick ha visitato la Palestina e si è incontrato con Nadav. Siamo quindi davvero in trepidante attesa dei racconti che entrambi gli interlocutori condivideranno con noi, due interventi contraddistinti da un tempismo perfetto in riferimento agli eventi in corso. Passo quindi la parola all’ambasciatore Gaspard. Grazie.”

Ad agosto, il Ministero della Salute palestinese ha annunciato il primo caso accertato di infezione da poliomielite a Gaza in 25 anni. Il virus ha colpito un bambino di 10 mesi a Deir el-Balah, lasciandolo paralizzato. Sebbene finora sia stato confermato un solo caso, ciò non significa che sia l’unico o che la diffusione del virus sia limitata.

Gaza, con più di 40.000 morti e 2 milioni di sfollati, è al collasso umanitario. L’operatività delle Agenzie ONU nella Striscia è estremamente ridotta o addirittura sospesa, come nel caso del World Food Programme, a seguito degli attacchi israeliani.

Come se non bastasse, da ieri in Cisgiordania è iniziata la più vasta operazione israeliana dai tempi della Seconda Intifada. Le città palestinesi del nord sono oggi totalmente assediate e anche i villaggi più piccoli stanno subendo raid molto violenti che hanno già causato morti e feriti.

“Ahed Tamini è un attivista Palestinese che è nata ed è stata allevata in un villaggio della Cis-Giordania chiamato Nabi Saleh, divenuto un centro di organizzazione della resistenza quando un insediamento Israeliano illegale ha bloccato l’accesso ad una sorgente acquifera locale.

Nel seguente estratto dal film-documentario “Where Olive Trees Weep – Dove gli Olivi Piangono” parla della violenza che un soldato Israeliano ha agito sulla sua comunità prima che venne sequestrato un video divenuto virale in cui si registrava il suo incontro con il soldato. Il video ha continuato tuttavia a essere diffuso diventando simbolo della lotta Palestinese.

Nell’agosto di 76 anni fa, le autorità israeliane formalizzarono il «Comitato di trasferimento», finalizzato a impedire il ritorno dei profughi palestinesi e a favorire il loro assorbimento permanente nei paesi limitrofi. Venne accompagnato da una serie di politiche volte a ripopolare decine di villaggi palestinesi – ne vennero sfollati 418 – con migliaia di olim khadashim («nuovi immigrati») arrivati in Israele per lo più nei mesi precedenti e nei quattro anni successivi a quegli eventi.

Stavolta dobbiamo riconoscerlo, il diritto internazionale ha fatto la sua parte e, nonostante sia stato devastato in questi ultimi trenta anni da tante, troppe guerre fuori da ogni diritto dell’Occidente proprio in Medio Oriente, esiste ancora e prova ad avere un ruolo “a caldo” mentre il massacro di Gaza continua e raggiunge la cifra di 39mila morti e decine e decine di migliaia di feriti, per la maggiora parte civili inermi, donne, bambini, anziani, con la devastazione di ogni struttura umanitaria e di ogni risorsa vitale.

Non hanno parlato nemmeno per condannarlo: il parere consultivo della Corte internazionale di Giustizia, massimo tribunale del pianeta, ha lasciato indifferente un pezzo di mondo, quello occidentale.

Da Unione europea e Stati uniti non sono arrivati commenti di sorta sulla pesante, pesantissima accusa mossa dalla Cig: l’occupazione israeliana di Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme est è illegale, è un’annessione di fatto ed è un regime di apartheid. Tra venerdì e ieri gli interventi di Antony Blinken, segretario di Stato Usa, e di Sven Koopmans, inviato Ue per il Medio Oriente, guardavano altrove.