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Si sarebbe titolato così anni fa, con un linguaggio crudo ma veritiero.

Non sono morti per un attentato, o una calamità naturale.

Nessuno sa ancora quali siano le vere cause (strutturali, incuria, sovraccarico, errore progettuale) ma è certo che è crollata un'opera pubblica, cui le vittime si erano affidate. Proprietario o controllore, è comunque lo stato che deve garantire l'incolumità dei cittadini (come nel Vajont, come a Stava).

I due tredicenni pistoiesi che hanno confessato di essere stati gli autori degli insulti e degli spari (a salve) esplosi contro il giovane gambiano giovedì scorso nei pressi della parrocchia di Vicofaro, raccontano molto di noi: ci spiegano dove stiamo sbagliando e tutto ciò che non dovremmo mai fare. Gli adolescenti a quell'età assomigliano a cartine di tornasole, non tanto perché gli adulti che avrebbero dovuto educarli hanno tagliato la corda, si sono eclissati, oppure, peggio ancora, sono stati davanti a loro come pupazzi. Queste diserzioni sono clamorose, ma non bastano a comprendere la crisi che viviamo. La situazione è assai più grave e chiama in causa i valori civili, sociali e morali che stiamo consegnando ai nostri figli: negli anni abbiamo costruito un mondo finto dove ogni desiderio sembra poter essere esaudito e chi commette un danno si crede in diritto di non pagare il prezzo del risarcimento.

Caro Roberto Saviano,

c'è un luogo nel quale tutti coloro che risponderanno positivamente al tuo appello potranno trovarsi fisicamente insieme: la Marcia da Perugia ad Assisi del prossimo 7 ottobre.

La "Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli", come la chiamò il suo ideatore Aldo Capitini, può essere la prima risposta forte, corale, nazionale, al governo che calpesta i diritti e sdogana la xenofobia.

A chi sparge odio rispondiamo con la pace. A chi innalza muri e ripristina confini rispondiamo con la fratellanza tra i popoli. Pace e fratellanza: sono queste le due gambe sulle quali da più di cinquant'anni cammina il popolo della Perugia-Assisi.

Salvini è già sconfitto. La sua controrivoluzione è fallita. Il vero proposito di Salvini, la sua vera promessa all’elettorato dell’Italia della paura, non era infatti di centellinare gli immigrati spartendoli tra i vari Paesi europei, ma era di fermarli ai confini del mare e bloccarli nelle loro prigioni arretrate; voleva difendere, come diceva, i cinquecento milioni di europei dall’invasione di questi stranieri, dopo che “a casa loro” li avevamo depredati di tutto.

Quella contro i vitalizi ai parlamentari è la battaglia più facile che ci sia: consenso sicuro al 99,99%. Dopo anni e anni di martellante campagna "contro la casta" (ma in realtà contro la politica) fatta dal pornogiornalismo (Giordano, Giletti, Paragone, Belpietro), il popolo televisivo si è convinto che sono dei "privilegi rubati". Che poi sia una materia complessa, che lo Stato di diritto non preveda leggi e provvedimenti punitivi retroattivi, che le "indennità differite" (questo il vero nome) non siano assimilabili alle pensioni, e che l'istituto avesse delle ragioni e fosse legittimo, poco importa: l'importante è assicurarsi lo scalpo degli ex parlamentari come "simbolo", per "dare un segnale" (ma è accettabile che le istituzioni siano ridotte a strumenti di propaganda?).

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