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Chi reputa che Hamas sia responsabile di questa nuova crisi non conosce la vera drammatica realtà interna di Israele sempre in bilico tra secolari e ultra religiosi oggi vede crescere in modo esponenziale il movimento dei refusenik, militari e riservisti che rifiutano di combattere contro i palestinesi e nei territori occupati e sono contro la proposta di legge che riforma il sistema giudiziario condotto dalla Likud.

Dietro ai fatti degli ultimi giorni si nasconde l'idea che noi israeliani possiamo fare quello che ci pare, tanto non saremo mai puniti. Continueremo indisturbati. Arresteremo, uccideremo, esproprieremo e proteggeremo i coloni impegnati nei loro pogrom.

Non è più un rischio ma una certezza: gli sviluppi della crisi in Medio oriente sono del tutto fuori controllo. E così le loro conseguenze nel mondo intero. Saltano vertici, si spezzano alleanze politiche, le piazze mediorientali ribollono, i lupi islamisti tornano a colpire in Occidente, la diplomazia è messa all’angolo a suon di bombe. Tutto resta appeso al filo dell’imprevisto.

L’Anpi ha subito condannato l’azione di Hamas in Israele, definendolo un “attacco folle e irresponsabile”, che ha innescato una pesantissima reazione dello stato israeliano. Una condanna senza sconti per Hamas , nella consapevolezza di una occupazione militare illegittima israeliana di parte del territorio palestinese.

Assistiamo al dramma umanitario di quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza: dati di Save the Children, di qualche giorno fa riportavano che tra gli oltre 3.000 morti si contano più di 1.000 bambini rimasti uccisi negli attacchi di Israele.

Oggi ci riuniamo qui per riflettere su un tema di straordinaria importanza: la pace. In un momento segnato da violenza e dalla guerra, desideriamo prendere un momento per onorare coloro che soffrono a causa di conflitti e per esprimere la nostra solidarietà più profonda.

Pubblicato su Notizie Minime della nonviolenza, n. 685 del 30 dicembre 2008

Dove c'è  guerra, non c'è verità e soprattutto non c'è più diritto al dissenso. Le voci critiche vengono ignorate o tacitate. Ogni  prospettiva viene falsata. Emergono soltanto le "verità" ufficiali, e  persino le immagini trasmesse possono essere manipolate per ingannare  l'opinione pubblica.
Questo l'ho capito molto bene durante la guerra  jugoslava, grazie al rapporto diretto con oppositrici e oppositori alla  guerra